giovedì 26 ottobre 2017
Il tour del treno del Partito Democratico, con Matteo Renzi che entra trionfante a Reggio Calabria, ingenera nell’uomo della strada un misto tra sorrisi, meraviglia, indignazione. Perché quell’estremo lembo di terra ha ricevuto dal Governo del Matteo nazionale solo schiaffi, pedate nel sedere, accuse di mafiosità e presunta evasione fiscale. Reggio Calabria, fanalino di coda per crescita e occupazione, è stata usata negli ultimi anni dai sodali di Renzi come bivacco per migranti. La popolazione locale, quella certo meno abbiente, denuncia inascoltata come torme d’africani cerchino riparo, cibo e soldi: spesso scontrandosi con i poveri del luogo. A questi ultimi viene detto che devono solo sopportare. A dare man forte ai migranti, ma contro la popolazione locale, s’è recata mesi fa la figlia del ministro Pier Carlo Padoan.
E mentre le procure indagano sull’enorme giro di soldi gestito dai professionisti dell’accoglienza (Ong, Onlus, ecc.), il sindaco (quel Giuseppe Falcomatà che ha accolto Renzi a braccia aperte, nella foto) si vanta che ben 40 comuni dell’area metropolitana di Reggio Calabria hanno “aderito al protocollo d’intesa relativo all’accoglienza dei migranti che sbarcano sulle nostre coste”. Un accordo sottoscritto tra ministero dell’Interno e circa 150 Comuni della Regione Calabria (sotto la regia dell’Anci regionale) che mette la punta d’Italia fuori dalle rotte del turismo, debellando anche l’ultimo barlume d’impresa in quell’area già tanto martoriata. Così alberghi, pensioni, case vacanze diventano tutte ostello per migranti, obbedendo ai dettami del presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha detto “prima di accogliere i turisti dobbiamo pensare ai rifugiati”.
Ecco perché un nutrito numero di reggini ha contestato Renzi. Tutti mafiosi? Nemmeno per sogno, solo persone esasperate, senza lavoro e speranze: gente offesa da uno Stato canaglia, che persevera nel saccheggio del Mezzogiorno, invitando i suoi figli a scappare via. Perché, per dirla con le parole della Boldrini, “questa terra ormai non ci appartiene... è di chi fugge da fame e guerre”. Ma quale fame e quali guerre? È tutta una farsa. La Boldrini lavorava nell’agenzia dell’Onu per le migrazioni e sa bene che quella gente viene via dall’Africa perché le multinazionali e il signor Soros (sponsor dell’attuale eEsecutivo italiano) hanno acquistato terre nell’Africa centrale a patto che i “governi canaglia” cacciassero i contadini tribali verso l’Europa.
Ma Renzi dà manforte alla banda dell’accoglienza. “L’area Metropolitana di Reggio Calabria ha aderito con oltre 40 comuni alla richiesta di Anci - dichiara Antonino Castorina (consigliere delegato alle Politiche dell’Immigrazione del sindaco Giuseppe Falcomatà) - questo è un primo incoraggiante segnale che va coniugato a un intervento straordinario per la Piana di Gioia Tauro dove, grazie al lavoro encomiabile del Prefetto Polichetti, all’impulso della Prefettura di Reggio Calabria e allo sforzo che istituzioni e parti sociali stanno svolgendo, si devono realizzare interventi straordinari per la sicurezza e l’accoglienza su San Ferdinando - Rosarno. L’adesione al protocollo da parte dei circa 150 comuni porta la Calabria ad un primato detenendo la percentuale più alta di Italia in tema di accoglienza”. Ecco che ammettono di voler fare del Sud solo un enorme campo d’accoglienza.
Ma Renzi, incurante del popolo (cioè dell’elettorato), finge che tutto vada per il meglio. Visita il Parco lineare Sud di Reggio Calabria a braccetto con Falcomatà. Matteo Renzi, segretario Dem, applaude a fantomatici lavori di riqualificazione. Quindi i parlamentari del Partito Democratico, tra cui Stefania Covello, lo riaccompagnano in stazione. Lo attende il treno che toccherà diverse tappe calabresi, come Rosarno. Ma l’intento di prefetti e questori è solo evitare che i contestatori possano coprire con la loro voce questa carnevalata, degna solo di una dittatura, di uno Stato di polizia.
di Ruggiero Capone