sabato 14 ottobre 2017
Comunque sia e comunque vada alla “fiducia” esagerata nel Palazzo corrisponde tanta sfiducia fuori.
Infatti, da ciò che si è visto alla Camera dei deputati e che forse si vedrà al Senato, per il via definitivo alla legge elettorale, la gente ne ha tratto ulteriore sfiducia. Insomma, se per un verso la politica che voleva il “Rosatellum bis” brinda al successo, per l’altro dovrà fare i conti con il malcontento dei cittadini. Piaccia o meno ogni calcolo possibile fatto dai più esperti analisti di inciucio potrebbe saltare se l’astensionismo dovesse diminuire sensibilmente. Ecco perché il clima di sfiducia che gli spettacoli parlamentari certamente non hanno migliorato lascia aperte molte strade. Come reagiranno gli elettori alla prossima tornata elettorale? Quella delle prossime politiche, infatti, sarà un’atmosfera ben diversa dalle precedenti. Per molte ragioni.
Dal 2013 a oggi il problema immigrazione ha creato e continua a creare una quantità di disagi e di proteste territoriali che prima non c’erano. La gente, infatti, è esasperata da quella che giustamente considera una sorta d’invasione dovuta e voluta dal centrosinistra. L’insicurezza che i cittadini vivono da Nord a Sud, nei grandi e nei piccoli centri, legata in qualche modo all’accoglienza scriteriata, si è amplificata esponenzialmente. Non si contano poi in questi anni gli scandali bancari che hanno devastato la vita di centinaia di migliaia di correntisti truffati. Per non parlare di Equitalia, della sanità, della giustizia, insomma di tutte quelle cose dette e ripetute che si sono aggravate.
Il clima dunque tra la gente è peggiore di quello delle elezioni del 2013, e averlo acuito con i traffici parlamentari di questi giorni non è di buon auspicio. Non lo è non solo perché gli elettori vorrebbero che dal voto uscisse un vincitore e un vinto, ma perché di trasversalismi, inciuci e transfughi non ne possono più. Dunque a marzo prossimo potrebbe anche accadere che una buona parte degli astenuti, per reazione ovvia, decida di votare. Se questo accadesse ogni risultato eventualmente preconfezionato, oppure predisposto a tavolino, potrebbe saltare in barba alle ipocrisie. Ecco perché è importante che al prossimo turno di elezioni politiche si voti in tanti, tantissimi. Non basta, infatti, avere sfiducia e indignazione se poi ci si ritrae al momento delle scelte, quali che siano. Quello del voto, in fondo è davvero l’unico e ultimo intangibile strumento nelle mani dei cittadini per cambiare le cose.
L’appuntamento elettorale del 2018 sarà fondamentale per il futuro del Paese, una grande occasione che non deve rischiare di infrangersi sul muro di un astensionismo legittimo ma sterile.
di Elide Rossi e Alfredo Mosca