martedì 11 luglio 2017
Il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non esiste, non è scritto dalla legge nei nostri codici. La Corte europea ha chiaramente sentenziato che, ai tempi della condanna inflitta a Marcello Dell'Utri, l'invenzione del mancato reato del concorso esterno non era nemmeno in uso, perché di consuetudine e uso si tratta, non di legge. Dunque, perché Dell'Utri si trova in galera?
Non solo lo Stato italiano è stato condannato a risarcire i danni morali e materiali al servitore dello Stato Bruno Contrada per un caso analogo di applicazione del reato inesistente, ma anche Dell'Utri dovrà essere risarcito allo stesso modo. La domanda a questo punto è ovvia: cosa si deve risarcire si è rovinata la vita di un uomo, in maniera irreparabilmente?
Il problema è della “giustizia” da una parte e, dell’inesistente responsabilità dei giudici, dall'altra.
La giustizia in Italia non funziona perché i giudici non devono rispondere per legge di quello che fanno. E perché, non rispondendo, condannano pure in base a reati mai scritti ed inventati di sana pianta. Gli italiani che lavorano responsabilmente fuggono dal Paese, non solo perché da noi non c'è lavoro ma anche perché, vige la giustizia-non-giustizia. Una lotteria diabolica affidata, non tanto al caso, quanto al volere perfido di chi, settario e squilibrato, pretende di applicare leggi inesistenti che danno la morte in prigione alle persone per bene. Occorre una legge rigorosa che sancisca, una volta per tutte, la responsabilità dei giudici. Bisogna fare presto perché la misura è colma.
di Francesca R. Fantetti