mercoledì 7 giugno 2017
Ultimo giorno del direttore generale Antonio Campo Dall'Orto in Rai, che da domani sarà ufficialmente senza una guida. Il consiglio di amministrazione attende un'indicazione dal governo sul nome del futuro capo azienda, con l'obiettivo di procedere alla nomina nella riunione prevista giovedì. Non è detto però che i partiti arrivino a un'intesa entro domani. L'intenzione a Viale Mazzini è comunque di andare avanti con i dossier aperti, per non bloccare l'operatività dell'azienda, a partire dal regolamento con le deroghe al tetto agli stipendi degli artisti e dall'approvazione dei palinsesti che il 28 giugno dovranno essere presentati agli inserzionisti.
Dopo l'uscita di Zoro in direzione La7, altri volti noti sono alla finestra in attesa di capire chi sarà il nuovo dg e quali saranno le condizioni economiche per la loro permanenza nella tv pubblica. Il contratto di Fabio Fazio, ad esempio, è in scadenza ed occorre definire il quadro per l'eventuale rinnovo. Fermo restando che il cda ha i poteri per approvare la delibera sui compensi, senza un dg sarebbe difficile procedere alla sua attuazione. Per questo circola l'ipotesi di un conferimento di deleghe specifiche e a tempo per singoli dossier, o in alternativa di un interim a un dirigente o alla presidente Monica Maggioni.
Tutte ipotesi, compresa quella che sia il cda a fare autonomamente una terna di nomi da presentare all'azionista Tesoro, che potrebbero verificarsi solo in mancanza di una decisione politica e che al momento vengono considerate estreme e guardate con un certo sospetto all'interno dei partiti. Il deputato Pd Michele Anzaldi invita i consiglieri alla massima responsabilità. "Stavolta non si può sbagliare - afferma -. Soprattutto non si può continuare a fare scelte miopi e al ribasso ignorando il contratto di servizio, scelte che si rivelano non solo anti economiche ma un vero e proprio boomerang dal punto di vista culturale e sociale".
Occorrerà aspettare domani per capire se il premier Paolo Gentiloni e il segretario del Pd Matteo Renzi riusciranno a trovare la quadra. È evidente che, con le tensioni sulla legge elettorale, è necessario trovare un'intesa con Forza Italia e possibilmente anche con il Movimento 5 Stelle, che però grida all'inciucio. "In queste ore va in scena il consueto schema - sostiene il deputato M5s e presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico - fatto di convenienze dei partiti e interessi di parte che non coincidono praticamente mai con quelli dei cittadini. Prove per un nuovo patto del Nazareno, in vista delle prossime elezioni".
Sul fronte dei nomi la giornata ha registrato la caduta dell'ipotesi Giancarlo Leone che si è definitivamente chiamato fuori, ricordando che già il 17 maggio aveva espresso la sua indisponibilità alla luce degli impegni nell'Associazione Produttori Televisivi e con la sua società Q10 Media. A parte qualche rumor, che parrebbe privo di reale fondamento, sulla direttrice di Rai Fiction Tinni Andreatta, non si registrano grandi novità. La soluzione interna resta quella più probabile con in lizza l'ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco, il direttore della segreteria del consiglio di amministrazione Nicola Claudio e il dg di Rai Pubblicità Luciano Flussi. Improbabile appare, invece, la nomina di un giornalista come Antonio Di Bella o Mario Orfeo. Altra soluzione gradita al Pd sarebbe quella di Nino Rizzo Nervo, ma occorrerebbe superare l'ostilità del centrodestra che giudica, tra l'altro, inopportuno un trasferimento da Palazzo Chigi a Viale Mazzini.
di Redazione