mercoledì 17 maggio 2017
C’è voluta la Cassazione. Ancora una volta ciò che la politica per ipocrisia, debolezza e incapacità non è riuscita a fare, l’ha fatto la magistratura e in questo caso la Suprema Corte.
Chi viene in Italia, quale che sia la ragione, deve adeguarsi alle nostre regole e ai nostri valori obbligatoriamente, perché la tutela della nostra sicurezza è imprescindibile. Era ora e meno male, che la più logica delle ovvietà, che ogni Paese normale mette in pratica, fosse sancita e ribadita. Non l’ha fatto il Parlamento, come sarebbe stato naturale, ci ha pensato la Cassazione. Del resto sono anni che la voce dei cittadini si è levata contro la troppa e ingiustificata tolleranza nei confronti degli immigrati. Sia chiaro, qui il razzismo, come gli ipocriti radical chic tentano continuamente di far passare, non c’entra nulla; c’entra la forza di una democrazia che deve sapersi far rispettare e non condizionare. Da noi siamo arrivati al punto di strumentalizzare ipocritamente persino l’ovvietà, come ad esempio ciò che Debora Serracchiani ha detto qualche giorno fa a proposito dello stupro commesso da un immigrato. Solo la falsità radical chic ha potuto dare alle dichiarazioni della Governatrice del Pd un taglio diverso da quello autentico, scontato e condivisibile. Quella stessa falsità che scatta ogni qualvolta si sottolinea che sull’immigrazione c’è troppo buonismo, troppa indifferenza verso i problemi che sta creando nella nostra gente.
Insomma, si fa finta di non capire che continuare così, insistere su un’accoglienza senza limiti, senza progetti, senza strategia e senza espulsioni, prima o poi ci renderà succubi e perdenti. Perché oggi grazie a Dio ancora possiamo far valere con la Cassazione il primato del diritto che ci siamo dati, viceversa domani, continuando così, potremmo essere minoranza e subire le regole degli altri. Del resto non è difficile fare i conti, se solamente per dieci, quindici anni dovessimo insistere ad accogliere centinaia di migliaia di sconosciuti ogni anno. È proprio qui che sta l’ipocrisia, la scriteriatezza, l’incapacità di una politica di governo che persevera nel devastante sbaglio di accogliere e basta. In questo ragionamento il razzismo non c’entra nulla, c’entra invece la difesa e la tutela della sicurezza, dei valori, delle tradizioni, dei principi e del modo di convivere che ci siamo dati e che abbiamo conquistato attraverso la fatica, il sudore e le battaglie civili. Non capire che i flussi migratori, in mancanza di una strategia in grado di gestirli, aumenteranno incessantemente, è da scellerati.
Ecco perché bisogna innanzitutto pensare all’Italia e agli italiani, proteggendoli dal rischio concreto di emarginazione che oggettivamente corrono. Oggi la Cassazione ha battuto un colpo inequivocabile e giusto, ma se la politica non sarà in grado di batterne un altro con altrettanta chiarezza e determinazione, il futuro purtroppo ci riserverà pessime sorprese.
di E. Rossi e A. Mosca