martedì 16 maggio 2017
La penso proprio come il Cavaliere sul fatto che sotto il profilo penalistico la bella sottosegretaria Maria Elena Boschi non ha commesso alcun reato e che, come succedeva ai tempi di Borsellino, più che di Falcone, le indagini istruttorie erano più che secretate, nel rispetto di quel principio generale sacro riguardante la presunzione di innocenza prima che non venga emessa una sentenza di condanna passata in cosa giudicata. Non sono d’accordo con il Cavaliere, che comunque a priori nega il conflitto di interessi, nel caso in cui un ministro ponga in essere comportamenti che hanno l’esclusivo fine di agevolare qualcuno; ed è il caso di Banca Etruria il cui vicepresidente era il padre della Boschi.
Certo, fin quando Ghizzoni non svelerà l’arcano non si possono avere certezze. È molto più grave, viceversa, il comportamento di tutti i Governi che si sono succeduti nel tempo che hanno agevolato o meglio gratificato la banca comunista, il Monte Paschi, in danno degli italiani che dovranno farsi carico dei 29 miliardi di euro, che fra l’altro pare non siano sufficienti per salvarla dalla evidente bancarotta. Il signor Matteo Renzi e compagnia varia invece di organizzare sceneggiate tipo quella che lo ha visto protagonista l'altro giorno a Roma munito di scopa e stracci a dimostrazione della sua bravura e determinazione nel pulire la Città Eterna in controtendenza con l’amministrazione Raggi, dovrebbe viceversa pensare al suo comportamento politico che in qualsiasi altro Paese del mondo sarebbe stato qualificato a dir poco sfacciato e inattendibile posto che, dopo la solenne bocciatura del referendum costituzionale, avrebbe dovuto abbandonare la politica, come aveva promesso. Ma siamo in Italia e pertanto, in considerazione dell’avvilimento di un popolo caduto in definitiva depressione, tutto è possibile senza che nulla accada in danno dei potenti, siano essi massoni oppure no; anche che, con l’espediente delle Primarie, Renzi ritorni a essere il segretario del Pd.
Noi italiani di una certa età non possiamo fare altro che augurare alle giovani generazioni, che vediamo quotidianamente frustate, di essere protagonisti di un risveglio culturale che non è certo quello rappresentato dalla recente manifestazione del 13 maggio che ha visto protagonisti i tanti professionisti, avvocati, ingegneri, architetti, medici che mendicano il giusto compenso, non dichiarando un reddito annuale non superiore a ventimila euro. Il risveglio del ceto medio va concretizzato prima di tutto attraverso la cultura della professionalità, e la non sudditanza ai poteri forti che costringono i professionisti a sottoscrivere convenzioni con le banche che prevedono compensi addirittura inferiori a quelli che percepisce una domestica. Colgo l’occasione da quanto detto e scritto per invitare i miei colleghi avvocati la cui professione è tuttora considerata in Europa la professione intellettuale per eccellenza, a non manifestare nelle piazze mendicando dai politici comprensione per il loro stato economico, ma di manifestare attraverso le idee il loro disappunto per lo stato nel quale si trovano tutte le professioni libere. Stato che è in perfetta sintonia con alcuni componenti del Governo, primi fra tutti il ministro della Giustizia e quello della Pubblica istruzione, che non sono neanche laureati, con ciò senza disprezzare il lavoro degli artigiani e dei lavoratori tutti che non arrivano alla fine del mese. Ricordiamoci di essere italiani e reagiamo a questo stato di cose davvero deprimente, per non dire altro!
di Titta Sgromo