lunedì 15 maggio 2017
“Dove ci sono potere o denaro c'è la 'ndrangheta che sfrutta i bisogni anche dei disperati”. Il procuratore di Catanzaro Gratteri spiega così il blitz che ha portato al fermo di 68 persone in un'inchiesta sul presunto coinvolgimento della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto nel controllo sul Centro di accoglienza richiedenti asilo, uno dei più grandi d'Europa. “A noi risulta che tale controllo andasse avanti almeno dal 2009. Lucravano anche sui pasti. Se, per esempio, la società doveva fornire 500 pasti, ne portavano 300, gli altri non mangiavano”. Tra i fermati, anche il capo della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, Leonardo Sacco, e il parroco don Edoardo Scordio. Secondo le indagini, la cosca era riuscita ad aggiudicarsi gli appalti per la ristorazione al centro, affidati a imprese appositamente costituite dagli Arena e da altre famiglie di 'ndrangheta per spartirsi i fondi destinati all'accoglienza dei migranti.
Non si è fatta attendere la reazione delle forze politiche, soprattutto d’opposizione. "Ancora una volta si dimostra che, nel fenomeno dell'immigrazione, accanto ai ben intenzionati prosperano criminali di ogni specie - dentro e fuori l'Italia. Lo dimostrano gli arresti nell'ambito delle indagini su 'Ndrangheta è accoglienza", dichiara il senatore di Forza Italia, Lucio Malan. "Più sono i migranti, più sono le risorse impiegate per il loro recupero in mare e il loro mantenimento in Italia, più questo crimine prospera: da chi attacca e distrugge villaggi in Africa e altrove per reclutare nuova merce umana, a chi sfrutta questi poveretti lungo il lunghissimo tragitto, dagli imprenditori della prostituzione forzata agli scafisti, tutti costoro - sottolinea Malan - vedrebbero sparire il loro business se la maggior parte dei migranti venisse riaccompagnata da dove è partita. Se vogliamo aiutare i poveri del terzo mondo, usiamo parte delle immense somme impiegate per l'accoglienza sul posto. Sì aiuterebbero i veri poveri, si scoraggerebbe il crimine, si eviterebbero infiltrazioni di terroristi. Tutto questo è ormai evidente e il Governo non può continuare a far finta di non vedere"
“Dopo i 68 arresti per 'ndrangheta legati al business migranti, ad Alfano non rimane che una sola cosa, rassegnare le dimissioni da ministro", hanno dichiarato invece i capigruppo M5S di Camera e Senato, Roberto Fico e Carlo Martelli, in una nota congiunta diffusa insieme al senatore M5S della commissione antimafia Mario Michele Giarrusso.
"Smantellata una cosca della 'ndrangheta che faceva affari sull'accoglienza dei profughi. Insieme ai mafiosi, arrestato un manager della "Misericordia", struttura vicina ai partiti di Governo. C'è altro da dire?”, scrive il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, su Facebook. “Gli sbarchi servono solo ai mafiosi, ai ladri, ai truffatori per rubare con il benestare dei partiti della maggioranza – aggiunge la Meloni - Basta con questo schifo! Mandiamo a casa questo Governo complice degli scafisti e di chi lucra sui disperati. Chiediamo al ministro Alfano di riferire immediatamente sui suoi rapporti con uno degli arrestati, il vicepresidente della ‘Misericordia’, che gestiva milioni di euro destinati all'accoglienza, presente al congresso del suo partito quando lui era ministro dell'Interno".
Durissimo anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha commentato la vicenda su Radio Padania: " Spero che il suono delle manette arrivi alle orecchie del governo. Anche un parroco fermato, appalti truccati, ong coinvolte insieme a cosche mafiose. Noi lo avevamo detto, di fronte a tutto ciò vedremo di adottare ogni mezzo possibile per fermare questa invasione, perché ormai siamo di fronte a una sostituzione etnica”.
Per Federico Gelli (Pd), presidente della commissione parlamentare di inchiesta sull’accoglienza dei migranti, “il quadro che emerge è inquietante. I capi di accusa mossi nei confronti anche di chi dovrebbe rappresentare una guida per la comunità non possono che lasciarci senza parole. Dobbiamo rafforzare le maglie del controllo preventivo per l'intero sistema di accoglienza e fermare tutto ciò che può risultare sospetto". "Non possiamo lasciare alla criminalità organizzata - prosegue Gelli - alcuna possibilità di infiltrarsi nella gestione del fenomeno migratorio. Adesso serve fare pulizia e pensare subito a fronteggiare le conseguenze di quanto avvenuto in uno dei più grandi centri di accoglienza d'Europa. Porterò urgentemente la questione nella prossima riunione di presidenza per definire le azioni da intraprendere".
di Redazione