Unione europea per rimanere europei

martedì 9 maggio 2017


Un’altra sconfitta dell’antieuropeismo populista e sciovinista. La vittoria di Emmanuel Macron è comunque una boccata di ossigeno per l’Europa. La sconfitta, in realtà, è quella di un grande equivoco, come un grande equivoco aveva travolto e travolge l’Europa di fronte a una crisi che non è solo quella delle sue fragili e infantili istituzioni unitarie.

Quelli che in Francia come in Italia e in altri Paesi europei si battono in nome dell’identità nazionale (magari inventandosi la qualifica che sfiora al contempo il ridicolo e la verità di “sovranisti”) contro l’Unione europea, vagheggiando “uscite chimeriche”, senza magari accorgersene, vogliono tenere un piede in due staffe di due selle diverse. L’Europa, la sua unione politica è l’unica prospettiva che possa realizzare la difesa di una identità nazionale. Che, in quanto identità di un’Europa della quale la nostra Nazione fa parte integrante, inscindibile e insopprimibile, è l’unica difesa dell’identità nazionale italiana.

L’Europa e solo l’Europa può garantire di rimanere italiani. Non c’è un rischio di perdere la nostra identità nazionale dissolta in una Europa che porta così forte l’impronta del nostro contributo nei secoli della sua civiltà. Non è il populismo di Matteo Salvini o di Beppe Grillo o, magari di Matteo Renzi a mettere in discussione in una prospettiva di decenni la possibilità di essere italiani.

Ma la dissennata politica (che, poi, non è nemmeno una politica) dell’“accoglienza” delle porte esposte a indiscriminati flussi migratori, apre la prospettiva della fine dell’Europa e delle nazioni europee entro la metà di questo secolo. L’Europa-istituzione, l’Europa-Unione, federazione, Repubblica, o sarà la nostra difesa saggia e ferma contro il trasferimento di masse dai loro Paesi (e non senza loro stesso danno) qui da noi, o non fallirà solo l’Unione, le obsolete ed equivoche istituzioni, ma l’Europa stessa per quello che ha rappresentato e per quello che le speranze di uomini di pace e di libertà hanno sperato dovesse continuare a rappresentare.

I demagoghi che blaterano contro l’immigrazione in massa e al contempo contro l’Unità dell’Europa sono la sintesi della rovina del pensiero e della politica. Perché l’Europa o si difende unita o affoga nel preteso ritorno ai suoi assurdi egoismi e particolarismi. Questo significa pure, d’altro canto, che non c’è da fidarsi, semplicemente perché è deleterio per l’Europa e per gli europei, l’europeismo di un gesuitico “volemose bene tutti quanti”, di un’Europa che faccia da comitato di accoglienza a sempre nuovi e più forti flussi migratori, che faccia propri discorsi sconclusionati e non conciliabili di “società multietniche”, di integrazione, di “jus loci” (povero latino, povero diritto) e altre miscele di assurdità della subcultura sinistroide e cattolica.

Questo significa che l’Europa, l’Europa-Istituzione, Unione, o diventa la nostra difesa dall’invasione, o ne sarà travolta. Cominciano a ripeterci questa parola Europa per rimanere europei. Europei per rimanere italiani.


di Mauro Mellini