Prelievo forzoso ai giornalisti pensionati

giovedì 4 maggio 2017


Ingiustizia è fatta. La busta paga dei pensionati da maggio è più povera. È scattata la tagliola del contributo di solidarietà, che si protrarrà per 3 anni, dopo che i ministri del Lavoro Giuliano Poletti e dell’Economia, Pier Carlo Padoan, hanno approvato la delibera del Consiglio di amministrazione dell’Inpgi con la quale viene fissato un contributo straordinario da calcolarsi sugli importi pensionistici annui lordi superiori a 38mila euro.

Al danno la beffa, in quanto il prelievo forzoso vale solo per i pensionati e non per tutti gli altri pensionati Inps o delle casse. Inoltre la misura è stata eufemisticamente definita come volta “a garantire l’equità intergenerazionale e il cui impatto, a carattere transitorio, varia in funzione dell’ammontare del trattamento pensionistico”. Con l’aggiunta che per il corrente anno nei cedolini di pensione è presente sia il contributo mensile che la quota degli arretrati relativi ai mesi di marzo e aprile, dilazionati, bontà loro, in 10 rate.

L’avvenuto prelievo è coinciso con la nomina del nuovo presidente dopo le dimissioni di Enzo Iacopino. L’abruzzese Nicola Marini, giornalista professionista dal 1978 che ha lavorato alla Rai e a “Il Tempo” di Pescara, rimarrà in carica fino a giugno. Ha ottenuto 73 voti contro i 50 dell’altro concorrente, Oreste Lo Pomo. Farà in tempo a vedere la riforma della legge istitutiva dell’Ordine del 1963 di cui si parla da anni? Il decreto legislativo di revisione della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine (da 144 a 60 membri) è in fase di approvazione.

Non è questo però il problema di una legge vecchia di 54 anni in un mondo dell’editoria e delle telecomunicazioni profondamente trasformato con l’ingresso del web e del digitale. Gli aspetti della crisi sono profondi: soltanto nel 2016 si è verificata la perdita di 802 posti di lavoro, portando gli attivi con contratto sotto quota 16mila, mentre le migliaia di persone iscritte all’Ordine o non versano i contributi, spesso neppure all’Inpgi 2, o sono precari. Le casse dell’istituto ne risentono, tanto che il disavanzo arriva a 114,3 milioni di euro e il bilancio contabile ha chiuso l’anno con un utile di gestione di 9,4 milioni soltanto grazie alle plusvalenze immobiliari di 81,7 milioni di euro. Il patrimonio immobiliare va riducendosi drasticamente.

Tornando ai giornalisti pensionati, essi si sentono discriminati rispetto agli altri cittadini pensionati che non subiscono tagli alle loro rendite. Eppure l’uguaglianza di trattamento è uno dei cardini fondamentali del sistema costituzionale italiano. Si è così costituito un comitato dei giornalisti “no prelievo” che sta raccogliendo il contributo di 50 euro pro capite per contribuire alle spese legali in vista della presentazione di un ricorso al Tar del Lazio contro la nota del ministro del Lavoro Poletti che ha istituito il contributo forzoso avallando la delibera 63/2016 dell’Inpgi in contrasto con l’articolo 2 della Costituzione che prevede una legge per imporre prestazioni patrimoniali ai cittadini.

Su questa questione ci sono state pronunce della Corte di Cassazione che ha bocciato i prelievi deliberati da altre Casse. Il contributo imposto da un atto non avente forza di legge è illegittimo anche perché incide su pensioni già maturate e in pagamento.


di Sergio Menicucci