Consolo: “Centrodestra unito, per vincere”

sabato 29 aprile 2017


“Ci vuole tutta la Lega Nord unita, ci vuole tutta Forza Italia unita, ci vuole tutta la destra unita e solo allora potremo affrontare in modo serio la nuova campagna elettorale”. Giuseppe Consolo è un avvocato, ex parlamentare di Alleanza Nazionale e padre dell'attrice Nicoletta Romanoff. Il 30 luglio 2013, a seguito della scissione di Gianfranco Fini dal PdL, abbandona il Popolo della Libertà e aderisce a Futuro e Libertà per l'Italia, collocandosi quindi all'opposizione del governo Berlusconi. Un divorzio che segna il fallimento del progetto fusionista. Alle elezioni politiche del 2013 viene ricandidato al Senato, in Campania, nella lista unica Con Monti per l'Italia (in quinta posizione, quota Futuro e Libertà), risultando il terzo dei non eletti. In una piacevole intervista parla della necessità di riunire tutto il centrodestra come un tempo e dell’importanza di ritrovare una coesione interna per vincere le prossime elezioni. Poi, interrogato sull’opportunità delle primarie, spiega: “Sarei d’accordo a condizione che l’esito venga accettato da tutti. Altrimenti si fa la guerra dei poveri”.

Pochi giorni fa ha inaugurato il suo nuovo studio legale in pieno centro a Roma, un grande evento. Ce ne può parlare?

È stato qualcosa che volevo fare da tempo: aprire uno studio di rappresentanza che si aggiungesse al mio studio dei Parioli aperto dal 1970. Ora, a distanza di anni, sono riuscito a coronare questo mio sogno e adesso ho lo studio a Piazza di Spagna che guarda sulla scalinata di Trinità dei Monti.

Cosa l’ha spinta a fare questo passo?

Ho fatto questo passo perché secondo me dobbiamo seguire quello che fanno anche paesi più avanzati del nostro come i paesi di origine anglosassone: dagli Stati Uniti all’Inghilterra. Ma anche il Giappone.

Come sono gli studi legali di questi paesi?

Hanno queste grandi sedi di rappresentanza dove i clienti più importanti vengono ricevuti.

Era presente tutta la Roma che conta, è vero?

Beh la Roma che conta è un’esagerazione. Ci sono a Roma troppe persone che contano (ride, ndr), ma l’idea di avere un po’ di persone che contano non era male.

Come vede questo centrodestra?

Quando parliamo di centrodestra bisognerebbe dire innanzitutto che è importante tornare a essere uniti come eravamo uniti un tempo. E allora non ce ne sarebbe per nessuno.

Silvio Berlusconi può riuscire a presentare una lista unita alle prossime elezioni?

Non è che può riuscirci, ci deve riuscire perché altrimenti il MoVimento 5 Stelle farà incetta di voti.

Lei è stato testimone diretto del progetto Pdl, perché è fallito?

È fallito perché a un certo punto troppi galli cantavano. In quell’occasione non siamo riusciti a ricostruire quel centrodestra degli anni ’90 che fu certamente un grande successo.

Invece come vede una possibile coalizione composta da Alemanno, Storace, Salvini, Meloni e Berlusconi?

La vedo bene, nessuno a destra deve rimanere fuori. Si parla spesso poco di Gianni Alemanno e Francesco Storace. Ci sono tante anime della destra, del centrodestra che una volta erano unite. Oggi, invece, Umberto Bossi e i suoi sono separati ad esempio. C’è Matteo Salvini, ma Salvini da solo non basta. Ci vuole tutta la Lega Nord unita, ci vuole tutta Forza Italia unita, ci vuole tutta la destra unita e solo allora potremo affrontare in modo serio la nuova campagna elettorale.

Secondo lei quindi un centrodestra unito e coeso va a vincere…

Unito può vincere. Disunito perde sicuramente.

E della legge elettorale che idea si è fatto, quale sarebbe il suo modello ideale?

Ma guardi, non esiste un modello ideale per la legge elettorale. Bisogna mettersi tutti quanti d’accordo, anche con l’opposizione (considerando quanti non fanno parte dell’attuale maggioranza, ndr), perché non dimentichiamo che Pier Luigi Bersani e i suoi fanno un numero abbastanza notevole di consensi e quindi per la legge elettorale bisogna mettersi d’accordo tutti quanti. Altrimenti nessuno va da nessuna parte.

Un’ultima domanda sulle primarie. Lei sarebbe d’accordo sulle primarie nel centrodestra?

Sì, sarei d’accordo a condizione che poi l’esito delle primarie venga accettato da tutti. Non si possono fare le primarie solo per avere poi nuove divisioni all’interno del centrodestra. Altrimenti si fa la guerra dei poveri. Le primarie si fanno e poi tutti quanti uniti si va allo scontro elettorale. Ma è indispensabile che comunque ci sia una coesione nel centrodestra (e quando dico centrodestra, mi riferisco a una coalizione che va dal centro alla destra, ndr). Con questa unità le possibilità di raggiungere una vittoria elettorale aumentano di certo.


di Michele Di Lollo