Un calcio ai dubbi: la svolta della moviola

venerdì 28 aprile 2017


Il calcio arriva ultimo per la moviola a bordo campo. Dalla prima giornata del campionato 2017-18, il prossimo 20 agosto, inizierà l’Era della moviola che si chiama in realtà Var (Video assistant referee). Si tratta di un passo epocale. Lo strumento è già utilizzato in Germania e Olanda e lo sarà anche in Italia e Francia. Gli altri sport lo hanno già fatto. L’utilizzo della tecnologia è un valido contributo per le azioni controverse nel basket, rugby, pallanuoto, volley, o nel ciclismo dove per le volate si usa il fotofinish come per le gare di velocità nell’atletica leggera. Il calcio produce ricchezza, sviluppa un business miliardario e quindi non può più permettersi incertezze, equivoci, dubbi. Nel corso degli ultimi 40 anni gli episodi contestati sono molti: dalla “mano de Dios” di Diego Armando Maradona ai Mondiali in Messico nel 1986 contro l’Inghilterra, per arrivare ai due gol in fuorigioco di Cristiano Ronaldo nei quarti della Champions League di questa edizione che hanno eliminato il Bayern Monaco di Carlo Ancelotti.

Stanno venendo al pettine anche i nodi dei diritti televisivi in un momento in cui il governo del calcio non gode di buona salute. Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Carlo Tavecchio, è stato nominato commissario della Lega a seguito delle divisioni e spaccature tra i club e i vertici del calcio, che per la prima volta non entreranno a far parte della giunta del Coni presieduto da Giovanni Malagò. Sul mondo del calcio incombe anche il rischio ultrà-‘ndrangheta. A Torino è in corso il processo denominato Alto Piemonte sul tentativo di entrare da parte di alcuni personaggi nel business del bagarinaggio dei biglietti della Juventus. A metà maggio sarà ascoltato per questo anche il presidente bianconero, Andrea Agnelli, in merito alla cessione di pacchetti di biglietti dalla Juventus alla tifoseria organizzata (si parla anche in occasione dell’ultima trasferta della Juve a Barcellona). Rapporti “promiscui” si sospettano anche per alcune partite del Napoli mentre il procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro ha aperto un’inchiesta sul Genoa a proposito delle affermazioni in Commissione antimafia sui rapporti tra pregiudicati e giocatori rossoblu.

La moviola, una volta definito il regolamento che deve essere approvato dall’International Football Association Board (Ifab), servirà a spazzare via i dubbi e le incertezze. Non tutte in verità perché il protocollo è stato limitato dalla Fifa all’utilizzo soltanto a 4 situazioni di gioco: infrazioni in occasione di un gol, concessione o mancata concessione di un calcio di rigore, correttezza della decisione che porta al cartellino rosso e quindi espulsione, scambio di persona per un cartellino giallo o rosso.

È un bel passo avanti. Manca la questione, a volte fondamentale, del fuorigioco. Ma considerati i progressi sia del “gol-non gol” sia della regola delle tre punizioni a danno del portiere (ammonizione, espulsione, rigore) ci sia avvia anche nel calcio a una maggiore certezza del rispetto dei regolamenti da parte degli arbitri, anche se le giacchette nere avranno sempre l’ultima parola. La visione di un’azione richiederà non più di una quarantina di secondi per stabilire la verità. Ci sono voluti anni di polemiche, di interventi con in prima fila il “Processo del Lunedì” di Aldo Biscardi su Rai 3 di Angelo Guglielmi per raggiungere questo obiettivo.

Era il 22 ottobre del 1967 quando Heron Vitaletti e Carlo Sassi alla “Domenica Sportiva” di Rai 1 dimostrarono che il gol di Gianni Rivera in un Inter-Milan non era valido, non avendo superato la linea di porta come invece aveva creduto l’arbitro Alessandro D’Agostini e il suo guardalinee Mario Graziosi. Tra i giornalisti protagonisti delle battaglie per la moviola in campo è opportuno ricordare anche il nostro diretto, Arturo Diaconale, tra i primi a favore della tecnologia applicata al calcio. Aldo Biscardi ha osservato: “Ora, dopo trent’anni, tutti hanno capito finalmente la sua importanza. È una vittoria di tutti. Un business enorme come è diventato quello del calcio non può essere lasciato in balia di errori personali o dubbi che diventano veri e propri tormentoni, che rischiano di condizionare intere stagioni. Ora che c’è la tecnologia è giusto che ci sia uno strumento non condizionabile in grado di dire la verità e di farlo subito”.

Un passo avanti per lo sport. Ma non è tutto. L’obiettivo è riportare i tifosi allo stadio, senza più episodi di violenza sugli spalti. Regole in campo, ma anche sulle tribune. 


di Sergio Menicucci