Repubblica dei farisei e indignati speciali

sabato 1 aprile 2017


Come ampiamente riportato dai media nazionali, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha suscitato un vespaio di polemiche, con tanto di richiesta di dimissioni avanzata dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega Nord, per aver espresso il concetto secondo cui in Italia conterebbero più le relazioni sociali che non i cosiddetti curricula. Apriti cielo! Un’ondata di sdegno ha sommerso l’incauto politico imolese, proveniente dalla solida tradizione politica comunista della Bassa padana.

Soprattutto, molti indignati speciali dell’informazione radiotelevisiva si sono stracciati le vesti per protestare contro la scoperta dell’acqua calda fatta da Poletti. Quasi all’unisono, i professionisti dell’ipocrisia mediatica hanno sostanzialmente ribadito quanto detto da una scandalizzata Myrta Merlino nel corso del suo popolare talk-show del mattino, in onda su “La7”: sappiamo che così stanno le cose, tuttavia da un ministro del Lavoro ci aspettiamo che risolva il problema, facendo prevalere nell’assegnazione dei posti di lavoro merito ed esperienza.

Ora, a parte che nessuno di questi cervelloni ha cercato di spiegare la differenza siderale che sussiste tra chi impiega raccomandati sul libero mercato, assumendosi in proprio i rischi di una pessima scelta, e chi lo fa nei tanti settori pubblici, scaricandone i costi sull’intera collettività. Ma l’idea ultra-dirigistica di un ministro in grado di modificare per decreto la natura antropologica di un intero popolo, fatta di usi, costumi e consuetudini acquisite nei secoli, risulta a dir poco ridicola. Sorella, quest’ultima, di un coacervo di sinistre utopie, tutte basate sul principio di una politica chiamata all’alto compito di creare, al pari dei bolscevichi sovietici, una società composta da uomini nuovi. Uomini nuovi che non guardano in faccia nessuno, come si suol dire, e che fanno prevalere a tutto campo quella utopistica categoria dello spirito che molti definiscono meritocrazia.

Nel Paese dei farisei in cui si parcheggia sui marciapiedi e le code ordinate sono un optional, un ministro che racconta ridendo e scherzando a Pulcinella la verità non è bene accetto.


di Claudio Romiti