sabato 1 aprile 2017
Tassare ciò che beviamo e respiriamo è la grande frontiera spalancata dai signori dell’Unione europea, insieme alle tante tasse sulla casa potrebbe trasformare il 20 per cento degli italiani da stanziali in nomadi.
Spalancata dall’Unione europea è la porta del dirigere gran parte delle nuove tasse sui cosiddetti “fattori inquinanti domestici”. Ecco che le Regioni, dopo aver imposto in base a una norma Ue la contabilizzazione calorimetrica di tutte le abitazioni italiane (esborso medio di 500 euro a condomino), avrebbero già approntato un piano per imporre ai Comuni il censimento degli impianti d’aria condizionata di ogni singolo immobile entro l’estate del 2017. Così la polizia locale ispezionerà tutti gli edifici che insistono nei perimetri urbani, indagando e verbalizzando la presenza d’impianti d’aria condizionata dei privati (sia nei condomini che nelle soluzioni abitative indipendenti). Un vero e proprio rastrellamento, utile anche a censire gli impianti di riscaldamento autonomi, che sfuggono alla contabilizzazione condominiale. Questi ultimi nel 2019 potrebbero rivelarsi fuorilegge, nel caso in cui i proprietari (o i conduttori) non dichiarassero all’amministratore di condominio l’intero e dettagliato elenco degli elettrodomestici presenti nell’immobile, corredando la lista con i dati relativi a classe energetica e categoria euro d’inquinamento. Perché l’obbligo di calcolo di classe e categoria energetica vale per tutte le case, sia vuote che ammobiliate, sia sfitte che condotte da locatario o proprietario.
Una vera e propria ecatombe, che potrebbe portare i Comuni ad istituire una tassazione media di cinquecento euro annui per ogni immobile da corrispondersi in due rate (giugno e dicembre): imposizione che s’assommerebbe a quella dei rifiuti urbani (Tarsu), delegando alle municipalizzate per l’ambiente d’adempiere alla riscossione della tassa per condizionatori e riscaldamento. Doppia tassazione, in considerazione del fatto che già nelle bollette di luce e gas l’utenza è gravata da una voce in favore dell’ambiente.
Ma per gli addetti ai lavori questo ulteriore balzello permetterebbe l’entrata di denaro fresco nelle casse degli enti locali, e senza dover chiedere nulla allo Stato centrale: infatti lo storno degli importi verso gli enti locali risulterebbe farraginoso, bisognevole di una legge di bilancio; soprattutto non permetterebbe ai Comuni di fruire rapidamente di denaro fresco in cassa. È fuori ombra di dubbio che la tassazione dei Paesi occidentali si stia sempre più spostando sugli elementi vitali, a causa dell’incremento demografico nella parte più tecnologica del pianeta. Ecco che l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo sono nel mirino di chi orienta la tassazione nell’Unione europea. Al punto che il referendum sull’acqua pubblica oggi potrebbe già essere sopravanzato da una normativa europea che andrebbe a imporre un’esagerata tassazione del bene più prezioso per noi esseri umani. Del resto la “tassa sull’aria” esiste da circa sessant’anni, colpisce gli impianti di miscelazione di gas metano aria e di gpl (gas petrolifero liquefatto aria): colpisce chi stocca in bombole i due gas per l’uso domestico e commerciale. Ne deriva che l’estensione è davvero fiscalmente facile.
Poi la “tassa sull’acqua” esiste da sempre e copre i costi di manutenzione e costruzione delle reti idriche: non dimentichiamo che c’è anche quella sull’acqua piovana, pagata da chi monta impianti di sgrondo, reti irrigue e raccolta d’acque piovane per uso irriguo. In quest’ultimo caso spunta un’altra doppia tassazione, e perché i Consorzi di bonifica competenti (enti strumentali dell’ente regione) chiedono la loro fetta in denaro quando in un fondo insistono invasi artificiali, pozzi o c’è il momentaneo stoccaggio di risorse idriche.
Sarebbe più giusto dire che l’Ue sta ponendo un vero e proprio prezzo di fuga dall’Italia, che ormai è solo un Paese per ricchi. È grave che questi balzelli andranno ad intristire molti anziani e malati, gente non in grado d’abbandonare celermente il Paese. Perché le tasse su acqua, aria, riscaldamento, aria condizionata, elettrodomestici colpiscono chi reputa la casa l’unico rifugio, da cui non riesce a sortire per motivi strettamente economici. Europa matrigna, soprattutto classe dirigente priva di coscienza, che per certi versi potrebbe favorire il trapasso di molti italiani ridotti in povertà, colpevoli solo di avere un tetto sulla testa.
di Ruggiero Capone