Hanno sfasciato tutto, Paese e Partito

martedì 21 febbraio 2017


Dal 2013 hanno definitivamente sfasciato il Paese e adesso partecipano tutti, chi più e chi meno, a sfasciare il loro partito. Lo spettacolo di questi giorni all’interno del Partito Democratico è la plastica rappresentazione di quanto abbiano a cuore le sorti dell’Italia e degli italiani, una tristezza infinita, altro che sogni come dice Emiliano.

Sia chiaro, il Pd non ha l’esclusiva dei teatrini politici, perché anche dalle altre parti non scherzano, però loro governano il Paese e certo non è poco. Le colpe di Matteo Renzi sono grandi, ma altrettanto lo sono quelle di una minoranza che ha saputo solo abbaiare alla luna, minacciare, ammonire, salvo poi acconsentire sempre e comunque. Ecco perché, chi più chi meno, sono tutti responsabili dello sfascio di un partito che ha trasformato il “fare politica in fare potere”.

Del resto quale risultato finale poteva esserci vista la partenza, l’“Enrico stai sereno” è andato bene a tutti, altrimenti Renzi non partiva e invece ha cominciato male e finito peggio. Invidie, rancori, poltrone, potere personale, in questa storia c’è di tutto tranne che attenzione al Paese, ecco il motivo per il quale in quattro anni siamo precipitati all’inferno. Dal 2013 si è consumata dentro il Pd la più alta sintesi della storia ex democristiana ed ex comunista, due filosofie che sulla testa degli italiani hanno posto e disposto a piacimento per il solo fine di dominare gli uni sugli altri.

In fondo se quattro italiani su dieci hanno smesso di votare ci sarà un motivo, se quelli che votano guardano a Grillo ci sarà un motivo, se il Paese è sbrindellato ci sarà un motivo. Insomma, con la scissione vera o presunta, si è toccato il fondo, peggio del “che fai mi cacci?” di Gianfranco Fini, che seppure sull’altro versante politico sembrava insuperabile per tragicomicità. Non è cambiato nulla, perché gli ex democristiani e gli ex comunisti sono sempre uguali e il solo pensiero di perdere il potere e il comando li manda ai pazzi, è più forte di loro. Non si spaccano per gli ideali e per i principi, lo fanno per lotta di governo e di potere, per la forza di un gruppo contro l’altro, perché è l’unica cosa che gli piace di fare. Del resto, cosa poteva essere dopo mesi e mesi di insolenze, attacchi, accuse fra dissidenti e maggioranza renziana, un tormentone e basta.

Quello che indigna è che nel mezzo di questa sceneggiata c’è l’Italia, la gente, c’è un Paese che arranca, sbanda e fa fatica a camminare e chiudere il mese. Indigna che il voto e le elezioni dipendano da loro, indigna il messaggio inviato agli italiani: “Fateci litigare, scazzottare e aspettate zitti e buoni”. Il messaggio è stato ricevuto, cari signori del Pd, la risposta degli italiani? Lo “State sereni” arriverà quando potranno finalmente votare.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca