L’Italia è più vecchia

venerdì 30 dicembre 2016


Un’Italia che cambia ma allo stesso tempo conferma tanti suoi tratti. È questa la fotografia scattata dall’Istat quando restano solo pochi giorni alla chiusura dell’anno. Dall’Annuario, che ripercorre in cifre gli ultimi 12 mesi di indagini, ne esce fuori un Paese che sta cercando di tirarsi fuori dalle secche della crisi, mentre è attraversato da tendenze che interessano tutta l’Europa e non solo. Ecco allora come appare la Penisola vista dalla ‘sonda’ dell’Istat.

- 6,5 MILIONI DI ITALIANI SOGNANO UN LAVORO. Nel 2015, sommando ai disoccupati le forze di lavoro potenziali, ammontano a 6,5 milioni le persone che vorrebbero lavorare. E per forze di lavoro potenziali si intendono coloro che non cercano un impiego ma sarebbero pronte ad accettarlo o che lo cercano ma non sono subito disponibili. Nel complesso le forze di lavoro potenziali (15-64anni) sono 3 milioni 554mila, i disoccupati 3 milioni 33mila.

- EFFETTI RIFORMA PENSIONI, MA SPESA SALE ANCORA. Per il pagamento di pensioni e rendite sono stati spesi 259,3 miliardi, un esborso in continua crescita anche se il ritmo rallenta per effetto delle manovre di contenimento della spesa pubblica, in primis della riforma targata Monti-Fornero. Un netto incremento viene invece rilevato per le indennità di disoccupazione (+6,8%). Una crescita elevata (+9,1%) viene poi registrata per le prestazioni assistenziali, sotto cui va contabilizzato il bonus 80 euro.

- SEMPRE PIÙ VECCHI, BATTUTI SOLO DAI TEDESCHI. L’Italia è sempre più un Paese di anziani. Al 31 dicembre 2015 ogni 100 giovani si contano 161,4 over 65, rispetto ai 157,7 dell’anno precedente. Per quanto riguarda il confronto con gli altri Paesi europei, secondo gli ultimi dati disponibili (dicembre 2014), l’Italia è al secondo posto nel processo di invecchiamento della popolazione, preceduta solo dalla Germania.

- POCHI SPOSI, CHIESA PREFERITA SOLO AL SUD. A livello internazionale siamo uno dei paesi con la nuzialità più bassa e nei pochi matrimoni che si celebrano prevale il rito civile ormai dappertutto tranne che nel Mezzogiorno, che da solo riesce a riequilibrare il rapporto, per cui ancora nel 2014 la cerimonia religiosa, nella media nazionale, continua a prevalere (56,9% dei matrimoni). Dopo di che ci si separa sempre di più, mentre si registra una lieve flessione nei divorzi.

- LA FAMIGLIA È DI TAGLIA SMALL. Quasi una famiglia su tre è composta da una sola persona. In vent’anni il numero medio dei componenti è sceso da 2,7 (periodo 1994-1995) a 2,4 (periodo 2014-2015). Parallelamente sono aumentate le famiglie “unipersonali” (dal 21,1% al 31,1%) e scese quelle numerose, con cinque o più membri, (da 8,4% a 5,4%).

- GIÙ ISCRIZIONI A SCUOLA E UNIVERSITÀ. Nell’anno scolastico 2014-2015 gli studenti iscritti nei vari corsi scolastici sono scesi per il quinto anno consecutivo. Una riduzione che riguarda tutte le classi ad eccezione delle scuole secondarie di secondo grado. La diminuzione, secondo l’Istat, è principalmente dovuta al calo demografico delle nuove generazioni. E sono sempre meno anche i diplomati che decidono di proseguire gli studi all’università.

- PER UNA FAMIGLIA SU 2 PRONTO SOCCORSO “OFF LIMITS”. Nel 2016 le famiglie continuano a dichiarare difficoltà di accesso a molti servizi di pubblica utilità, in particolare il pronto soccorso (55,5%), seguono le forze dell’ordine (36,4%), gli uffici comunali (34,1%), i supermercati (28,5%) e gli uffici postali (25,6%). Le percentuali di disagio salgono se si guarda al Sud.

- RESISTE IL RITO DEL PRANZO A CASA. L’Italia è ancora lontana da un’ampia diffusione del modello basato sul pasto veloce consumato fuori casa. Il pranzo nel 2016 costituisce infatti ancora nella gran parte dei casi il pasto principale per il 66,6% della popolazione e molto spesso è consumato a casa (72,7%).

- CI SI MUOVE IN AUTO, BICI RIMANE INDIETRO. L’automobile è ancora il mezzo di trasporto privato più utilizzato per andare al lavoro: nel 2016 si mettono alla guida quasi sette occupati su dieci (68,9%). Anche per gli studenti le quattro ruote rappresentano la ‘normalità’ (37,3%), in questo caso come passeggeri. I mezzi a due ruote sono invece poco utilizzati per raggiungere sia la scuola che il posto di lavoro: tra gli occupati il 3,6% usa la moto e il 3,7% la bicicletta.

- MENO DELITTI, MA PERCEZIONE INSICUREZZA. Meno delitti ma, a dispetto dei numeri, tra la popolazione italiana cresce la percezione del rischio criminalità. In particolare, nel 2014 gli omicidi volontari consumati sono scesi del 5,4%, una contrazione più significativa (-13,5%) l’hanno avuta quelli mafiosi. In calo anche le violenze sessuali denunciate (-5,1%). Tra i reati contro il patrimonio scendono le rapine (-10,3%), mentre aumentano i furti (+1,2%) e soprattutto le estorsioni (+19,4%).

- RISULTATO FINALE, GLI ITALIANI STANNO BENE. Oltre i due terzi della popolazione Italia dichiara di stare bene, soprattutto al Nord. Nel 2016 il 70,1% ha infatti dato un giudizio positivo sul proprio stato di salute, nonostante il 39,1% degli italiani dichiari di essere affetto da almeno una patologia cronica.

(*) Per gentile concessione dell’Ansa


di Marianna Berti (*)