I giochi (e i brogli) sono ormai fatti

venerdì 2 dicembre 2016


Cari amici, i giochi sono fatti. Oramai, saranno, magari, il tempo, il freddo, il caldo, la pioggia ad incidere, più che i mutamenti di convinzioni. E sono fatti i più grossi brogli. Penso al voto, oramai avvenuto, degli italiani all’estero.

Non è stata una gran bella campagna, un bel confronto. È prevalso l’abuso, in sé più che significativo del carattere prevaricatorio della “controriforma” della Costituzione, dell’invadenza di Matteo Renzi, esemplare di un Premier da operetta, in veste da venditore ambulante di rimedi per i calli, che ha speso energia e denaro pubblico venendo meno ad ogni regola di correttezza istituzionale, per la sua “personalizzata” propaganda per una nuova Costituzione posticcia, personalizzata e sgangherata. Propaganda fatta essenzialmente diffondendo paura “del peggio”, panico negli ambienti della speculazione finanziaria.

Il “No” non ha espresso quelle personalità che pure non dovrebbero mancare in difesa della decenza della Carta costituzionale e ha oppresso ed emarginato quelle esistenti. Occasione perduta, lo ho già detto e lo ripeto. Il “No” è così solo una reazione spontanea della gente, migliore di quanto possa esserlo la classe dirigente che dovrebbe rappresentarla. Da cittadino senza qualifiche e senza aspirazioni o prospettive che non siano quelle di tutti e di nessuno, faccio il mio esame di coscienza. Qualcuno, che pure mi vuole bene e con il quale ho condiviso l’impegno di battaglia di qualche importanza, mi ha rimproverato di “essermi troppo impegnato, magari troppo illuso”. Non credo di dover accettare questo rilievo. Non ho saputo essere spettatore pigro ed inerte in altre occasioni. Non posso esserlo in questa. Se le insofferenze della vecchiaia mi hanno portato ad eccedere nelle polemiche, me ne scuso con quelli che ne sono stati oggetto. Cioè quasi tutti. Perché non riesco certamente a scusarmi con quelli che hanno tenuto e tengono il piede in due staffe. E con alcuni dei cretini, quelli che della loro cretineria fanno petulante iattanza. Mi auguro che all’indomani del voto non debbano esserci troppi cittadini che debbano pentirsi delle loro scelte di domenica. Ma non mi auguro che ce ne siano troppo pochi che ne siano capaci, sentendone la responsabilità. Non credo nella palingenesi di un voto di riscatto e di salvezza della Nazione.

La salvezza ed il bene della Repubblica devono essere difesi e realizzati ogni giorno e non ci sono scelte buone una volta per sempre. Ma se una scelta ho fatto e faccio alla fine della mia lunga vita, essa è quella di non defilarmi, di non tirare a campare. Non me ne riprometto, perché, oggi sarebbe ridicolo, altro vantaggio che quello di aver fatto e di fare il meglio del poco, pochissimo che posso. E lo auguro agli altri, ad amici e non. E con questo bagaglio di sentimenti che domenica mattina andrò a votare “No”.


di Mauro Mellini