sabato 26 novembre 2016
Siamo a pochi giorni dal voto. L’esito del referendum non è affatto scontato. C’è un dato certo e confortante: tutte le previsioni di voto fondate sui sondaggi eseguiti da tutte le organizzazioni specializzate danno il “No” in prevalenza costante da questa estate in poi. Si tratta di vedere quale ne sia l’attendibilità che, alla luce di quanto è accaduto recentemente in altri Paesi, non è oggi troppo sicura. La prevalenza del “No” è rimasta notevole con il diminuire degli incerti e dei disinformati. Ma i sondaggi riguardano solo il voto dei residenti in Italia. Gli aventi diritto al voto all’estero sarebbero, se non erro, il 5 per cento del totale, così che ne potrebbe derivare un ribaltamento. Però la percentuale dei votanti all’estero è sempre assai più bassa che in Italia. Inoltre, malgrado la legge che prevede tale voto sembri di tutto si preoccupi fuorché l’impedire i brogli ed addirittura il voto da parte di boss più o meno “governativi” e mafiosi e malgrado l’impossibilità all’estero di una efficace propaganda che non sia quella più o meno abusiva, non è detto che l’incetta di voti per il “Sì” possa riuscire totale.
Sarà, quindi, molto probabilmente, una lotta all’ultimo voto. Potranno accadere fatti che influiscano sull’esito fino alla chiusura delle urne. E potranno intervenire altri brogli ed abusi di potere da parte di un Governo deciso, senza scrupoli di sorta, a farsi, come ogni governo golpista, la “sua” Costituzione. Intanto è possibile tirare le somme di alcune situazioni politiche ormai maturate appieno e irreversibili. Silvio Berlusconi ha definitivamente perso l’autobus che avrebbe potuto portarlo alla meta di una forte leadership di un centrodestra vittorioso. Convinto che parlare del dopo referendum è oggi fuori luogo, se non per prendere atto che la vittoria del “Sì” porterebbe “stabilità” solo nella svolta autoritaria grottesca di Matteo Renzi e, quindi, la stabilità del peggio e dell’incerto, per il resto c’è solo da prendere ancora atto che non è stato solo Berlusconi a perdere l’autobus. Quanti, a destra ed a sinistra, hanno avuto nel referendum una occasione di emergere, non l’hanno colta. Resta il fatto positivo che intorno al “No” si è creato, come dice Renzi e come piace dire anche a noi, quell’“accozzaglia” che è segno di vitalità democratica e repubblicana. Viva dunque l’“Accozzaglia”! Viva il “No”!
di Mauro Mellini