venerdì 25 novembre 2016
Il gran clamore sullo “scandalo delle firme false dei grillini” è, esso sì, scandaloso per l’ipocrisia di cui è intriso. Falsificare le firme (o farne fare una autenticazione fasulla, quale possono “permettersi” i partiti “consolidati”) non è una bella cosa ed è indubbiamente un reato. Ma non è colpa da attribuire ad una fazione politica, bensì a singoli suoi militanti, che con disinvoltura considerano magari certi falsi come manifestazione di “militanza”. È accaduto ed accade in tutti i partiti, ieri come oggi. È un male che, per la sua diffusione, non è meno grave, ma che non è certo più grave se, commesso da chi, magari, lo ha fatto per la prima volta e senza l’esperienza di lunga militanza di qualcuno di altri partiti. Ed è singolare che le Procure se ne accorgono ora che c’è da colpire i “fuori sistema”. Avendo chiuso gli occhi per decenni.
Non lo dico certo per simpatia verso i Cinque Stelle, la loro “antipolitica”, il loro tifo per i magistrati forcaioli. Non sono abituato a giudicare i reati secondo simpatia ed interesse personali. Ma mi dà fastidio che ci si ricordi della morale e della legge quando fa comodo.
di Mauro Mellini