Referendum: Renzi si dà la zappa sul piede

giovedì 24 novembre 2016


Ha fatto un bel po’ di rumore l’espressione sprezzante “dal sen fuggita” di Matteo Renzi rivolta contro i sostenitori del No: “Contro di me un’accozzaglia...”. E ha dato una giustificazione specifica che, in effetti, sta in piedi. Peccato che quelli del “Sì”, invece di fare i soliti politici che si strappano le vesti per la “bestemmia”, non abbiano messo per pochi secondi in moto il cervello per capire che Renzi, con quel termine e ancor più con la spiegazione dall’intento offensivo, si era dato la classica zappa sul piede.

Il nostro mai eletto Presidente del Consiglio ha infatti spiegato perché definiva accozzaglia quelli del “No”. Ha chiesto e si è chiesto cosa avessero in comune Massimo D’Alema e Beppe Grillo, ovvero la politica e l’antipolitica; che cosa il comunista Nichi Vendola con il fascista Ignazio La Russa; e via di questo passo mettendo in bell’evidenza le contraddizioni dello stare tutti dalla stessa parte: Silvio Berlusconi, i partigiani, i leghisti, i sindacati, la sinistra Pd, eccetera. Il grande pifferaio ancora una volta ha suonato il suo strumento preferito con straordinaria abilità ma, per uno strano scherzo del destino, ha suonato l’inno nazionale degli avversari. Incidente, questo, che può accadere a coloro i quali hanno la bocca sempre accesa, tant’è che a volte gli si spegne il cervello.

In definitiva, l’“accozzaglia del No” dimostra semplicemente che la proposta di riforma della Costituzione è così assurda da aver messo d’accordo partiti, associazioni e uomini agli antipodi. Un “successo” così, nessuno era stato capace di crearlo nella politica italiana dai tempi della caduta del fascismo. Allora ogni italiano del “No” dovrebbe rivoltare a Renzi l’affermazione e trasformarla in domanda: “Come può una riforma essere così ingiusta e pericolosa da mettere insieme D’Alema e Grillo, Salvini e i partigiani, La Russa e Vendola?”.

Il popolo italiano (oddio, non sarò uno schifoso “populista”?) ha il diritto di gettare dalla finestra l’odiosa Sindrome di Stoccolma insieme al complesso di colpa per il quale deve stare sempre a difendersi da un potere arrogante che pretende di comandare su tutto e tutti e per giunta di offendere chi alza il ditino perché non convinto della bontà paterna del despota. Quindi Renzi va incalzato perché spieghi a quel popolo chiamato da lui alle urne come e perché ha creato nel Paese un’“accozzaglia” simile. E magari spieghi anche (ai “sinceri democratici”, alle “anime belle”, alla “meglio gioventù”...) cos’è quell’altra “accozzaglia” tra lui, Verdini, il giglio magico, le banche e qualcos’altro ancora, che sembra muovere il nostro amato Paese.


di Antonio Biella