Renzi: più si agita e più affonda

martedì 22 novembre 2016


Non è uno spettacolo esaltante quello che sta offrendo Matteo Renzi in questo finale di campagna referendaria. Non lo è soprattutto per un Paese che avrebbe bisogno di gente seria e responsabile al timone, non certo di un giocatore d’azzardo che, vista la mala parata dei sondaggi, alza continuamente il tiro dei suoi oramai scontati bluff, come quello di far diventare l’Italia la locomotiva d’Europa nel caso di una vittoria del “Sì”.

Chi legge da tempo i miei modesti commenti sa che sin dall’indomani della sua investitura avevo grosso modo previsto, dopo un’inevitabile fiammata di consensi legata alla relativa novità del personaggio, il rapido quanto inevitabile declino politico dell’attuale Premier. D’altro canto questo è il destino che incontra chiunque voglia governare un Paese incancrenito come il nostro con le chiacchiere e la propaganda, evitando come la peste di realizzare le necessarie quanto impopolari riforme strutturali. Ovviamente la massa dei cittadini non comprende appieno le ragioni profonde di un male sistemico che la politica in generale, essendone la causa principale, sembra incapace di affrontare con efficacia. Tuttavia gli stessi cittadini percepiscono sulla base di ciò che li circonda che le mirabolanti promesse di cambiamento continuamente reiterate da Renzi non si stanno avverando affatto. Anzi, si ha l’impressione che, nonostante una situazione economica e finanziaria sempre molto critica, il peggio debba ancora venire. E dopo quasi tre anni di Governo, malgrado la pioggia di bonus e mance elettorali, la reputazione politica dell’ex sindaco di Firenze è scesa ai minimi termini.

Sotto questo profilo a nulla serve, se non ad aggravare ulteriormente la sua posizione, il bombardamento televisivo messo in atto da Renzi per recuperare i consensi perduti. In questo modo egli non fa che aumentare il suo discredito, motivando anche i più indecisi a schierarsi per il “No”.

In tal senso, l’ampio fronte che si oppone alla riforma costituzionale potrebbe tranquillamente tirare i remi in barca, senza temere particolari conseguenze. A farli prevalere basta e avanza la contropropaganda involontaria del Presidente del Consiglio. Un leader giunto oramai alla frutta che, proprio per questo, più parla e più si affossa.


di Claudio Romiti