mercoledì 16 novembre 2016
C’era una volta “Il Vangelo secondo Matteo”. Oggi, invece, Matteo va alle Crociate. Per difendere la sua fede incrollabile in se stesso! Come il polipo, insomma, che si abbraccia avvolgendo qualche decina di tentacoli attorno alla sua testa marziana. E l’Interessato crede pure di essere “Er mejo”. O, almeno, dà l’impressione di crederci. Malgrado che sia un Re Nudo, in attesa del Bambinello che, meravigliato e innocente, lo smascheri sulla pubblica piazza. Ma sarebbe inutile. Il “Premier” conosce meglio di chiunque altro la sua imperdonabile, sfrontata ipocrisia. Gli ricordo ancora che nel 2012 l’“Arco costituzionale” (Lega esclusa) colpì mortalmente con una freccia al curaro tutto popolo italiano, approvando la modifica di quattro fondamentali articoli della Carta del 1948 per l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione. Fu compiuto, tale misfatto, nel tempo record di soli otto mesi - altro che trent’anni, signor presidente! - a doppio scrutinio e con una maggioranza bulgara dei due terzi. Il tutto avvenne senza il minimo dibattito nel Paese! All’epoca, il suo Partito Democratico (come pure i rimanenti schieramenti parlamentari) non mossero un solo dito, non scrissero proprio nessuna lettera ai cittadini elettori per chiedere il loro consenso a essere ghigliottinati!
E mal gliene incolse, a lei, Bersani & Company, presidente, visto che oggi siete finalmente costretti a sfilare il collo dalla sabbia e fare la voce grossa a Bruxelles per protestare contro l’austerity germanica, che ci impose l’Euro-Marco come si faceva nei lager, quando si marchiavano a fuoco i reclusi. E perché, di grazia, lei agita lo spaventapasseri del “No”, facendo l’occhiolino malizioso allo spread che sale e pestando l’acqua nel mortaio delle inutili paure, strumentalmente generate dai suoi sodali presso l’audience dei mercati e della politica internazionali? Un vero Premier si sarebbe comportato all’opposto. In primo luogo non ci avrebbe messo “la faccia”, non fosse altro che per coerenza, visto che lei non è mai stato eletto a nessuna carica parlamentare, né ha mai fatto campagna elettorale per illustrare il suo programma di riforme “epocali”. Quindi, non poteva ritenersi “l’Unto dal Signore” per imporle dall’alto a chi le avrebbe dovuto preliminarmente dare il proprio consenso dal… basso! Perché questa, signor presidente, “È” la Democrazia: il politico propone, ma solo l’elettore dispone.
Quindi, un minimo di correttezza avrebbe voluto che, almeno, lei prendesse le distanze da quella sua creatura storta, dichiarando urbi et orbi: “Se i cittadini italiani dovessero bocciare la riforma, il Governo ne prenderà atto e avvierà immediatamente dopo una revisione del testo, migliorandolo e trovando un accordo in tempi brevi con i principali interlocutori parlamentari e istituzionali”. Questo avrebbe detto chi tiene a tenere unita la Nazione, anziché introdurre una nuova contesa da stadio tra favorevoli e contrari a Renzi. Nel merito: ma quale Senato delle Autonomie! Si legga i garbati rilievi del professor Ainis: una sola parolina della sua riforma fa delle Regioni autonome delle mini repubblichette, mentre al contrario i cittadini - e li ascolti una buona volta! - vorrebbero liberarsi di questi cancri che sono le Regioni che, da quando esistono, hanno fatto esplodere il deficit dello Stato, con i loro immensi sprechi e corruzione sistemica! Lei sa bene, presidente, che l’odio contro l’establishment si scatenerà puntualmente contro la sua riforma e, poi, agirà come una macina alle elezioni presidenziali francesi di lì a qualche mese.
Certo, Trump può essere qualcuno che va sopra le righe, perché vuole liberarsi di un’immigrazione che porta solo criminalità e non risorse. Ma lei, scusi, che ha creduto nella solidarietà europea andandosi a prendere gli immigrati clandestini a migliaia di miglia di distanza non gli assomiglia almeno un po’, come immagine speculare? Lo sa che lei è moralmente corresponsabile della morte in mare di migliaia di quei disperati, convinti di trovare il Paese di Bengodi qui da noi? Faccia, la prego, una cosa molto più seria: li riaccompagni tutti, ma proprio tutti - dopo averli salvati, accuditi e rifocillati - sulle coste libiche di provenienza. Convinca l’Europa e il Governo provvisorio libico ad attrezzare a nostre spese dignitose aree di accoglienza (facendole sorvegliare da agguerriti reparti armati onusiani). Faccia in modo che sul posto ci sia un consolato europeo unificato d’emergenza, in modo che, una volta selezionati i “veri” richiedenti asilo da team ultra-specializzati di Easo, questi vengano ridistribuiti pro-quota tra tutti i Paesi membri, tenendo costante il rapporto - pesato con il Pil-Paese - tra profughi e popolazione residente.
Non la convinco, signor presidente? Pazienza. Ci penseranno direttamente gli italiani tra non molto, vedrà.
di Maurizio Bonanni