“Ti racconto la politica”

sabato 5 novembre 2016


Purtroppo (Capitolo 58) - Alle origini del cristianesimo, la gente si radunava intorno a nostro Signore Gesù Cristo che, tra eccelsi insegnamenti, predicava anche l’umiltà, l’altruismo, la saggezza, la generosità e molte virtù che rendono grande l’essere umano. Nei secoli e millenni, la cultura ha come ascritto quelle virtù all’etica, al senso di umanità e alla possibilità della persona di condurre un’esistenza degna. Ciò è semplicemente meraviglioso, ma se Gesù Cristo tornasse tra noi, di nuovo in forma corporea e visibile, a ricordarci ancora quelle eccellenti cose, allora, con i millenni della storia e dell’esperienza, noi non dovremmo più limitarci ad ascriverle alla sola dimensione etica ma dovremmo aggiungere anche quella intellettiva; insomma, dette virtù non rendono grandi solo in ordine all’etica ma anche all’intelligenza.

Invece, gran parte della società ha accolto, preferito e fatto proprio l’egoismo, la maleducazione, l’arroganza, la cupidigia e una serie di cose per le quali l’essere umano si è illuso d’essere furbo, forte e potente mentre, al contrario, è diventato ignorante, presuntuoso e perfino vile e imbecille. Rinunciando a quegli insegnamenti o più semplicemente al buon senso, l’essere umano ha rinunciato alla propria intelligenza; in questo modo, ha ritenuto superflua la cultura e si è amputata la possibilità di avere una cognizione corretta della libertà e della democrazia.

L’intelligenza, la potenziale intelligenza che, fin da quando nasciamo, è lì a nostra disposizione per aiutarci a trasformare il cervello in mente, è stata squallidamente battuta dalla facile illusione di poter interpretare la realtà attraverso i comodi schemi dei pregiudizi e delle frasi fatte. Basti pensare, un esempio per tutti, a certa assurda interpretazione del concetto di “concretezza” che, come talvolta inteso perfino popolarmente, non ha nulla a che vedere con la concretezza vera... c’è chi è convinto d’essere concreto, pur non concludendo nulla.

Com’è ovvio che sia, la complessità fa parte della vita e pretendere di cancellarla, è un po’ come avere la presunzione di portare un razzo sulla luna, senza possedere alcuna cognizione per farlo. Vivere di presunzione, può dare l’impressione di trascorrere un’esistenza da protagonisti ma, di fatto, rende perdenti, deboli e costantemente vulnerabili. Esiste, inevitabilmente, chi approfitta di quanti vivono nella convinzione che sia intelligente sostituire l’umiltà e la saggezza con la presunzione e il pregiudizio, ovvero con le stupide posizioni d’arroganza delle credenze errate.

In questo corso si parla di politica, dunque, dei personaggi, degli organismi e degli stratagemmi che rendono “grasso” il parassitismo e l’uso, purtroppo indegno, della politica di oggi, approfittando facilmente di quanti hanno sostituito la presunzione alla cultura e l’arroganza alla saggezza. Abbiamo già elencato una serie di ruoli, organismi, apparati e strutture pubbliche e politiche ignominiose, ma non esitiamo, neppure per un istante, ad aggiungere in elenco anche l’ignominia dei congressi di partito.

A ritrovarci, con la prossima parte H della “Cronaca di un Congresso”!


di Giannantonio Spotorno