sabato 15 ottobre 2016
Chi pagherà i nuovi diecimila impiegati statali che Matteo Renzi promette a scopi personali referendari di immettere nella già oberata Pubblica amministrazione italiana? Con quali soldi pubblici saranno pagate le masse di impiegati statali che l’Italia si è messa ed ha sul groppone? Possono gli italiani pagare ancora più tasse di quelle esistenti? No. La tassazione è già, non solo sopra la media, ma molto molto al di sopra del sopportabile e Renzi, cioè il terzo governo non eletto dagli italiani ed imposto contro democrazia da Napolitano, continua ad appesantire lo Stato, tassandoci sempre più e “zavorrando” il Paese senza limite. Non solo cioè si sta perdendo tempo utile con questo governo illegittimo, ma si sta riempiendo di zavorra, danneggiandolo gravemente, il nostro Paese.
Gli italiani scappano a migliaia dall’Italia (sono 150mila solo a Londra) perché è il Paese comunista voluto ed imposto da Napolitano dell’assistenzialismo pubblico, del socialismo reale, della non-crescita e miseria collettiva, dell’obolo statale.
Si deve cambiare verso il prima possibile. È stato concesso troppo tempo. Dal 2011 ad oggi sono stati persi anni utili e dissipati soldi pubblici a iosa. Bisogna andare a votare per cercare di “imbroccare” la politica economica del libero mercato che dovrà sostanziarsi nella drastica detassazione e de-statalizzazione, in Italia, nella privatizzazione e liberalizzazione. I soldi pubblici dovranno essere canalizzati nella spinta da dare all’imprenditoria e negli investimenti atti a trasformare la zavorra pubblica in attività produttiva.
Stare al governo, aumentando il debito pubblico (ad oggi, il solo governo non eletto Renzi l’ha aumentato di 400 miliardi di euro) senza limite, accollando agli italiani tasse su tasse e facendo entrare immigrati e delinquenti fuori da ogni controllo, non è difficile, anzi è semplicissimo. All’arrembaggio dello Stato italiano senza dare alcunché in cambio, un’idea, un progetto utile. Così sono capaci tutti insomma. Il Paese ha, al contrario, bisogno di progettualità, di capacità e competenza, ha bisogno di un gruppo dirigente valido, effettivo e soprattutto eletto in grado di guardare lontano e che attui la politica economica liberale. Quella politica in grado di fare esistere competitivamente l’Italia nel mondo, non certo chiuderla tra assistenzialismo, parassitismo e becero comunismo della miseria data a tutti.
di Cesare Alfieri