giovedì 21 luglio 2016
Oltre allo sdegno e alla commozione per i fatti drammatici che in questi giorni hanno pervaso i pensieri di tutti, resta ovviamente il pensiero dell’Italia e della sua continua deriva.
Infatti, in questo periodo per noi nulla è cambiato se non in peggio, peggiorano le stime sul Pil, sulla deflazione, sulle crisi bancarie, sul disagio sociale, sull’ossessione fiscale, sul lavoro. Del resto uno dopo l’altro vengono al pettine i nodi delle ipocrisie di una maggioranza posticcia, che guidata da Matteo Renzi ci sta portando al naufragio collettivo.
Sbugiardate tutte le promesse fasulle e inutili, appaiono infatti con chiarezza le realtà di un Paese il cui controllo è completamente sfuggito di mano ad un Esecutivo tanto mediocre quanto incapace. Nulla di nuovo sulle sbandierate modifiche alla Legge Fornero, nulla di nuovo sulle persecuzioni di Equitalia, nulla di nuovo sulle truffe bancarie ai risparmiatori, nulla di nuovo sulla spending review. Anzi, quotidianamente leggiamo di ulteriori scandali, di proposte a favore degli istituti di credito, di privilegi confermati alla casta, di manovre parlamentari utili a mantenere il potere. Come se non bastasse, le cifre sul nostro stato di salute sono sempre più impietose: cresce il debito, cresce la povertà, ristagnano i consumi, cresce la divaricazione Nord/ Sud.
Eppure, di fronte ad una tale serietà di problemi Renzi si preoccupa della sua poltrona, di rabberciare nuovi inciuci sul referendum costituzionale, di annunciare altre fanfaluche per illudere gli italiani. Insomma, come se tutto fosse sotto controllo anziché completamente allo sbando, roba da far drizzare i capelli anche al più paziente dei cittadini. Il Premier si diverte con il suo bye-bye Equitalia, ma non annuncia l’unica cosa che servirebbe e cioè una grande pacificazione fiscale, si diverte con l’anticipo pensionistico da vergognosa presa in giro, insiste sulla tutela del risparmio, alla faccia delle truffe perpetrate alla gente. In buona sostanza, il solito arcobaleno di chiacchiere a vanvera che da due anni e mezzo riempiono i suoi discorsi sui trionfi che solo lui vede e riscontra. Non è così e lo sappiamo bene, come sappiamo che ci aspetta una fine d’anno sempre più difficile e complicata in tutti i sensi. I provvedimenti che si annunciano per settembre sono, infatti, le solite spolverate di zucchero a velo su una torta avvelenata che da anni ci propinano e che ci sta annientando un po’ alla volta.
Stiamo affondando e non certo per colpa della Brexit, come cercano di giustificare per nascondere le stupidaggini e le demenzialità fatte. Oltretutto maggioranza e Governo più si indeboliscono per i litigi interni e più diventano arroganti e farisei. Non passa giorno, infatti, senza che si assista a qualche pagliacciata di transfughi che per interesse personale si spostano di qua e di là pur di ottenere qualcosa. In più da Renzi e restare a galla e restare a galla nel Governo.
Insomma, una sceneggiata napoletana che non può guidarci da nessuna parte se non al fallimento collettivo. Resta però nelle nostre mani la potentissima arma del voto sul referendum Renzi/Boschi, la sola che possediamo per respingere le prese in giro, per difendere la democrazia piena, per mandare via chi tenta di piegarla ai suoi bisogni. Dunque, non perdiamola questa occasione e non sterilizziamo questa arma, votiamo “No” per guardare avanti e risanare il Paese.
Da Monti in giù, sono passati cinque anni e di salvatore in salvatore (Monti, Letta, Renzi) siamo arrivati allo stremo, all’esasperazione fiscale, alla paura sociale e alla insicurezza territoriale. Serve altro e serve davvero e serve subito, per questo e per tutte le ragioni del mondo, al referendum votiamo contro e mandiamoli a casa.
di Elide Rossi e Alfredo Mosca