Condannati all’alternanza del nuovo

sabato 16 luglio 2016


Possiamo scommettere che l’ennesima lite di condominio scoppiata dentro il Movimento 5 Stelle non sortirà al momento alcun effetto sul piano del consenso. La pur incresciosa diatriba di bottega scoppiata a Roma tra la “sindaca” Virginia Raggi e la parlamentare Roberta Lombardi (quest’ultima dimessasi dal grottesco mini direttorio capitolino messo in piedi per supportare l’azione della giunta pentastellata) è solo l’ultima di una lunga serie di vicende ben poco edificanti che hanno fin qui caratterizzato il non-partito fondato e comandato da Beppe Grillo e dalla Casaleggio associati.

Ciononostante e malgrado il caos programmatico continuamente espresso da questa gente, il M5S si mantiene sempre in grande spolvero in tutti i sondaggi nazionali, rafforzando la sua immagine di inarrestabile forza emergente della nostra Repubblica delle banane. Tutto questo dovrebbe far riflettere i tanti politicisti dell’informazione in servizio attivo permanente i quali, in attesa che sbarchi da qualche lontano pianeta una schiatta di onestissimi e retti servitori del popolo, sono subito pronti a saltare sul carro del nuovo che avanza di turno, in questo caso la confusione a Cinque Stelle. E se una volta, ai tempi del bau bau di Arcore, potevamo ben parlare di alternanza obbligatoria tra due blocchi ben definiti, in cui l’opposizione era destinata a prevalere a causa del sostanziale fallimento di chi aveva governato una sola legislatura; oggi la stessa alternanza obbligatoria ha rotto gli argini dei vecchi schieramenti, per trasformarsi in una demenziale alternanza del nuovo.

In pratica sembra prevalere chi in un certo momento viene percepito dall’elettorato come totalmente diverso rispetto a quella che molto semplicisticamente si definisce classe politica. Tutto questo a prescindere dal possesso o meno di una chiara visione sistemica dei gravissimi problemi che affliggono il Paese e, conseguentemente, di una adeguata ricetta per tentare di affrontarli. All’interno di una società sempre più confusa e sempre più alla ricerca di dosi massicce di assistenzialismo, sembrano prevalere i ciarlatani di ogni risma, purché essi appaiano incontaminati rispetto a quello che viene percepito come il vecchio establishment. Così è stato per il declinante Matteo Renzi, il quale sin dall’inizio raccontava favole, e così sarà per i fautori della decrescita felice a Cinque Stelle. Ovviamente, come sta già avvenendo per Renzi, anche per i probabili governanti grillini del futuro prossimo ci penserà l’amara realtà delle cose ad incaricarsi di svegliare molta gente dal sogno.


di Claudio Romiti