Anche Nizza sarà dimenticata

sabato 16 luglio 2016


Siamo stati bacchettati per anni perché, da retrogradi ed incivili quali venivamo definiti, non riconoscevamo nel multiculturalismo una risorsa ed un arricchimento per la nostra società.

Ci invitavano a guardare alla Francia, agli Usa, all’Inghilterra ed al Belgio come a modelli moderni, come esempi verso cui tendere mentre noi mettevamo in guardia sul fatto che un certo tipo di immigrazione non aveva l’ambizione di integrarsi. Adesso quei modelli sono clamorosamente falliti divenendo addirittura un incubo in grado di minare le società moderne.

Ma loro, i paladini del politicamente corretto, non si arrenderanno e, dopo le consuete frasi retoriche di circostanza, dopo la fiaccolata d’ordinanza ed il cordoglio a reti unificate, torneranno a parlare di accoglienza, di multiculturalismo ed a vedere ovunque razzismo e xenofobia. Il tutto per farci sentire brutti e cattivi e spingerci verso il loro folle modello anche se condannato dalla storia recente e dalla enorme scia di sangue che ha barbaramente sfregiato l’Occidente in questi ultimi anni.

La strage di Nizza verrà dimenticata presto così come il Bataclan, Charlie Hebdo, Dacca o il Belgio e lascerà il posto alla ipocrita religione delle sacerdotesse Boldrini, Kyenge et similia così brave a presenziare ai funerali di Fermo nell’intento di scrivere una sentenza, avvalorare aprioristicamente un teorema di discriminazione (clamorosamente smentito dai fatti) spingendo l’opinione pubblica a convincersi che i buoni stiano da una parte ed i cattivi dall’altra. D’altronde lo hanno fatto per anni con Israele facendolo passare per sanguinario nei confronti dei poveri Palestinesi ed omettendo abilmente quali fossero gli strumenti di lotta che questi ultimi usavano verso il popolo ebraico. Strumenti che assomigliano in tutto e per tutto ai metodi usati nella strage di Nizza, modi di fare che hanno costretto Israele a vivere in uno stato di perenne allerta difendendo la propria incolumità con la decisione necessaria e con metodi forti ma obbligati. Quegli stessi metodi che fanno inorridire le élite benpensanti europee troppo occupate a guardare all’estetica delle politiche adottate piuttosto che alla loro efficacia. Quegli stessi metodi che, se non useremo quanto prima, ci condanneranno a perire sotto i colpi di una religione, quella islamica, che si considera popolo e che mira ad annientarci nonostante noi insistiamo a sognare che voglia integrarsi.


di Vito Massimano