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martedì 12 luglio 2016


Quando Matteo Renzi e Maria Elena Boschi ammoniscono gli italiani sul referendum invitandoli perentoriamente a votare sì per il futuro, va da sé che si riferiscano a quello loro e non certo a quello del Paese. È evidente, infatti, che i promotori della pessima riforma a tutto pensino fuorché alle necessità del domani dell’Italia.

Insomma, più si avvicina il voto referendario e più si capisce il perché della nascita e del percorso di una modifica costituzionale tanto brutta quanto rischiosa. Del resto, se così non fosse stato tutt’altra storia avrebbe avuto il tragitto parlamentare e forse nemmeno si sarebbe arrivati al referendum. Viceversa, voti di fiducia, tagliole, diktat di partito, poltrone, approvazione a maggioranza risicata, hanno manifestato l’unico interesse vero che c’era dietro la modifica costituzionale.

In buona sostanza, la riforma Renzi/Boschi ha violato ogni principio di buon senso, di ragionevolezza e di opportunità politica, che dovrebbe avere un cambiamento tanto grande della Carta fondamentale. In nessun Paese al mondo riteniamo si sarebbe arrivati a proporre una variazione così vasta delle regole comuni, con tecniche parlamentari che, seppure legittime, la dicono lunga sul pensiero dei proponenti. Così come la dice lunga sul pensiero degli ideatori (Renzi/Boschi) il collegamento con la legge elettorale Italicum, che rappresenta un vero e proprio combinato disposto ad hoc. Ecco perché chi dice che vanno divisi i giudizi sul Governo da quelli sul referendum, o non ha capito oppure è un ipocrita dell’ultima ora. Non c’è legge ordinaria o costituzionale che non sia nata dalla testa o dalle teste di qualcuno e che per questo non abbia rispettato il modo di intendere, considerare, il senso del Governo e della democrazia, di quella testa, di quelle teste. Tanto è vero che le leggi portano il nome di chi le elabora e dunque anche questa riforma costituzionale si chiama appunto legge Renzi/Boschi. E qui sta il punto, Renzi e la sua più importante ministra, guidano il Paese da due anni e mezzo e in altrettanto tempo hanno a chiare lettere fatto capire come e cosa intendano del potere, del Governo, del Parlamento e soprattutto degli italiani. Ogni cittadino ha potuto osservare tutti i passaggi che dal febbraio 2014 hanno segnato i provvedimenti, gli annunci, i comportamenti, le promesse, le dichiarazioni solenni e lo stile di questo Esecutivo. Ogni cittadino ha potuto valutare i fatti, gli episodi, le circostanze che hanno testimoniato le caratteristiche di un Esecutivo che è nato dal famoso “Enrico stai sereno” ed è vissuto e cresciuto come sappiamo. Ogni cittadino infine ha potuto rendersi conto della affidabilità, della credibilità, della coerenza, di un Governo e di una maggioranza che in due anni e mezzo ha dato l’esempio che ha dato.

Bene, pensare che la riforma costituzionale Renzi/Boschi possa nascere da un intento diverso, distinto, distante, da questo loro modo di essere e di apparire, dire e fare, gestire e provvedere, porre e disporre, è una ipocrisia oppure una sciocca ingenuità. Ecco perché non si può e non si deve scollegare il voto referendario dal giudizio su Renzi, sulla Boschi, sul Governo, sulla maggioranza. Le due cose sono ovviamente le facce della stessa medaglia e solo immaginare che la prima possa essere altro dalla seconda è una sciocchezza e una contraddizione in termini.

La riforma l’hanno voluta e realizzata così, perché è così che sperano nel controllo assoluto. Ecco il motivo dell’Italicum collegato alla riforma, ecco il motivo di una maggioranza appiccicata ad hoc pur di avere i voti, ecco il motivo con il quale si cerca di spaventare la gente in caso di vittoria del no. Credete la riforma è solo un pretesto, un escamotage per prendere tutto e tenerselo decenni, perché sia chiaro se vincesse Renzi, dopo i famosi due mandati, ci sarebbero quelli della Boschi e avanti così per l’eternità. La riforma è un pessimo e rischioso combinato, non è nuova, non è moderna, non elimina il senato, gli statuti speciali delle regioni, non taglia burocrazia e poteri di veto. La riforma non renderà più snello niente, anzi, consentirà a un senato patchwork di uomini dal doppio incarico (locale e nazionale) di infilarsi ovunque. La riforma solo una cosa consentirà, specialmente in abbinamento con l’Italicum di lista o coalizione che sia, consentirà a Renzi di fare il bello e il brutto tempo con un Parlamento obbligato e obbediente. Consentirà a Renzi di avere due camere personali, un potere vastissimo, scegliere tutte le più alte cariche a piacimento, insomma, gli consentirà di fare ciò che tanto gli piace e cioè l’uomo unico al comando.

Credete, questa è la sola ragione per cui è stata messa in piedi questa messa in scena, perciò vi invitiamo a votare no, convintamente per almeno tre imprescindibili motivazioni: la prima, contro l’indebolimento della democrazia e della sovranità popolare, la seconda, contro questo Governo, la terza, contro questa maggioranza fasulla e dannosa.

P.S. - Gira voce di un possibile riavvicinamento fra Berlusconi e Renzi per sostenere il sì, se così fosse per il Cavaliere sarebbe la pietra tombale di ogni sua residua credibilità politica e personale e chi vuole intendere intenda.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca