La strada per vincere facile

giovedì 23 giugno 2016


Che Beppe Grillo esulti e canti vittoria è giusto e scontato, forse nemmeno lui sperava di ritrovarsi contro un Premier che, in due anni e mezzo, a forza di sbagli, sbrasate e spavalderie sciocche, lo portasse a vincere senza il minimo sforzo. Perché sia chiaro, a questo punto se le due stelle su cinque, Torino e Roma, dovessero brillare a sufficienza, alle prossime elezioni politiche per Grillo potrebbe essere un vero trionfo.

Del resto i grillini sono stati gli unici a continuare il loro percorso di opposizione, mentre sia a destra che a sinistra succedeva di tutto. Liti, tradimenti, transfughi, scissioni, inciuci, che hanno condotto da una parte e dall’altra ad uno sfaldamento tale da far apparire i grillini come unica e ultima spiaggia del Paese.

Oltretutto il delirio di onnipotenza di Matteo Renzi e la catena di errori assurdi nei provvedimenti di questi due anni e mezzo di governo, nulla hanno prodotto se non un’esasperazione popolare che Grillo ha saputo accogliere a braccia aperte. Insomma, mentre Renzi si preoccupava di accogliere profughi di mezzo mondo, convinto di potergli offrire il bengodi, Grillo apriva le porte a tutti quei cittadini imbestialiti con il Premier e con il Governo.

Un gioco da ragazzi per il fantasista genovese e per la sua squadra, gli è bastato tirare dritto e raccogliere lungo il percorso gli imbestialiti con Equitalia, con la Legge Fornero, con l’Europa, con i bonus elettorali, con i privilegi della casta. Come se non bastasse va riconosciuto a Grillo l’intuito nella scelta di giovani bravi e talentuosi che, a partire da Luigi Di Maio, hanno condotto un impegno parlamentare all’insegna della sobrietà, umiltà, capacità e coerenza. Va da sé che qualità simili, che nel Parlamento e nella politica italiana sono in via d’estinzione, abbiano rafforzato il giusto e motivato plauso di tanti italiani verso di loro. In buona sostanza, il combinato disposto delle virtù grilline e delle altrui demenzialità ha generato un vastissimo consenso, logico, prevedibile e conseguente. Ecco perché i risultati di Torino e Roma non solo non sorprendono, ma potrebbero essere l’inizio di un filotto talmente ovvio da sfiorare l’elementarità.

Del resto con Equitalia che ha terrorizzato ed esasperato mezzo mondo, con gli esodati della Legge Fornero, i truffati dalle banche, i disoccupati, gli esclusi dagli 80 Euro, gli scandali della casta, chi poteva avere buon gioco se non i pentastellati? Dunque, oggi c’è poco da essere preoccupati se per Renzi l’esito dei ballottaggi è andato come è andato, anzi, meno male per lui che Milano se la sia aggiudicata Sala, altrimenti chi lo sa... Troppe cose sono mancate in questi due anni e mezzo, a partire da una opposizione alternativa ai grillini, che per primo il centrodestra non è stato capace di mettere in piedi e di proporre agli italiani. Per questo la somma di errori, da una parte e dall’altra, non poteva che finire con un conato di reazione a favore dell’unica sponda coesa e credibile, quella pentastellata.

Ad ottobre ci sarà il referendum e con l’auspicabile vittoria del no, contro una riforma rozza e pasticciata, Renzi finalmente farà le valigie ed entro la primavera del 2017 si tornerà a votare. Manca dunque meno di un anno per proporre agli italiani un movimento che possa competere e vincere i grillini, altrimenti anche quella, di strada, è già bella che tracciata e il comico genovese non aspetta altro. E chi lo sa che magari alla fine non sia proprio lui a proporsi per Palazzo Chigi?


di Elide Rossi e Alfredo Mosca