Fischi e non fiaschi

sabato 11 giugno 2016


La luna di miele tra Matteo Renzi e la Confcommercio, ossia l’organizzazione più rappresentativa del settore, sembra essere del tutto tramontata.

Intervenendo all’assemblea generale dell’associazione guidata da Carlo Sangalli, il presidente del Consiglio è stato duramente fischiato quando ha cercato di sostenere di fronte agli inferociti commercianti la giustezza dei famigerati 80 euro. Un provvedimento che oramai persino i sassi hanno compreso che ha molto poco a che fare con il rilancio di una economia che lo stesso Sangalli ha definito ancora ai limiti della stagnazione.

Proprio sul tema delle pressione tributaria che grava sulle imprese del terziario, il numero uno della Confcommercio ha voluto ricordare al Premier che il suo settore continua a sostenere costi proibitivi, soprattutto dal lato dei contributi Inps ed Inail. Tanto è vero, mi permetto di aggiungere, che proprio sul fronte previdenziale artigiani, commercianti e piccoli imprenditori subiscono ancora un meccanismo di prelievo palesemente regressivo e, pertanto, chiaramente incostituzionale: la ghigliottina del calcolo minimale. Una sorta di crescente minimum tax che obbliga chiunque si avventuri ad aprire un negozio o una bottega a sborsare a biglie ferme oramai 4mila euro all’anno. Tutto ciò a prescindere dal reddito effettivamente prodotto. E per la cronaca occorre sottolineare che pure nell’epopea renziana questa colossale tagliola previdenziale è stata ulteriormente inasprita. Ma anche sul piano della miriade di balzelli burocratici che opprimono il commercio sembra che nulla sia stato fatto dal Governo dei miracoli per alleggerire una condizione che con la crisi in atto si è fatta insostenibile per molti negozianti, tanto da trasformare molti centri storici in deserti commerciali. Ancora oggi, per fare un esempio eclatante, nonostante la messa a punto dei sempre più soffocanti studi di settore, continua a sussistere l’obbligo dell’anacronistico registratore fiscale, con annessa la tassa occulta di una costosa verifica annuale, la quale rientra in quel colossale sistema estorsivo che lo Stato burocratico, malgrado gli annunci di Renzi, esercita su chiunque si azzardi ad entrare nel mare magnum del libero mercato.

D’altro canto i commercianti non avranno la preparazione economica di un Premio Nobel, tuttavia sanno certamente far di conto. Il due più due di un cantastorie che non taglia la spesa e aumenta il deficit per puri motivi elettoralistici essi lo hanno calcolato più che correttamente sulla propria pelle. E se oggi sono solo fischi, domani potrebbero ragionevolmente arrivare pomodori e uova marce.


di Claudio Romiti