È giusto così

mercoledì 27 aprile 2016


È giusto così e bene, anzi, benissimo hanno fatto Guido Bertolaso e Silvio Berlusconi a tenere duro e respingere scelte che, a questo punto, sarebbero state sbagliate.

Parliamoci chiaro, tutta questa brutta storia del ritiro di Bertolaso ha più il sapore del duello che della voglia di unità e qui non si tratta solo di vincere o di perdere, ma di capire dove si voglia andare a parare. Da troppo tempo il cosiddetto fuoco amico ha inquadrato nel mirino Berlusconi e in troppi hanno perso la memoria su cosa sarebbero stati senza il Cavaliere. Oltretutto, che questa sfida si sia compiuta sul nome dell’unico uomo di cui Roma avrebbe veramente bisogno per la catastrofe che vive, è francamente inaccettabile.

Dunque non è stato Bertolaso e nemmeno Berlusconi a spaccare un’unità che nella realtà non c’era più e che, per come l’abbiamo conosciuta, non potrà mai più esserci. La straordinaria creatura politica che solo la capacità del Cavaliere aveva costruito, era già finita cinque o sei anni fa e dietro quella fine c’è un lungo elenco di nomi e cognomi che sarebbe inutile ripetere e che oggi pontificano a vanvera. Non stiamo difendendo Berlusconi, del resto basterebbe rileggerci, per capire quanto non gli abbiamo risparmiato critiche e biasimi, talvolta forti, stiamo semplicemente raccontando i fatti. E forse, per dirla tutta fino in fondo, il colpo peggiore, in tutti i sensi, inferto al centrodestra, all’ex Pdl, a Berlusconi, all’invincibile armata, è partito proprio da quella destra che molto deve al Cavaliere.

Se Silvio, infatti, con la sua genialità non avesse messo vicino due partiti, Lega e Alleanza Nazionale, che vicini mai erano stati, non solo non sarebbe nato il centrodestra, ma quei due partiti l’esperienza di governo se la sarebbero sognata. Molte di quelle persone che oggi “sull’affaire Bertolaso” ne dicono di tutti i colori contro Berlusconi, hanno ricoperto ruoli istituzionali che altrimenti nemmeno per idea avrebbero avuto. Ecco perché ha fatto bene, anzi ripetiamo, benissimo Bertolaso a tenere e Berlusconi a insistere. È proprio su Bertolaso e con Bertolaso che potrebbe nascere qualchecosa di nuovo nel centrodestra, qualchecosa di più attuale e diciamolo pure di più liberal democratico e civicamente moderno. Del resto sia chiaro, hanno più bisogno Matteo Salvini e Giorgia Meloni di qualcuno che gli porti equilibrio, che Forza Italia di ruspe e fucili e, comunque sia, gli uni senza gli altri non possono e né potrebbero avere i numeri che servono a vincere e a governare. Oggi certo che all’Italia servirebbe come il pane un polo alternativo al centrosinistra, ma questo polo non può fondarsi sul cappio diventato ruspa, né sul fucile diventato filo spinato, né tantomeno sulla muscolarità di una destra vecchia maniera.

Bene, siamo convinti che ancora una volta il Cavaliere abbia visto lontano, fiutando come in altre occasioni un percorso migliore da seguire, per ricostruire un movimento forte e alternativo alla sinistra. Come finirà lo vedremo più avanti e certo non basteranno da soli gli esiti delle amministrative, ci vorrà più tempo, ma siamo certi che il Cavaliere tutto sia fuorché finito e sarebbe bene metterselo in testa e almeno per il momento farsene una ragione. Buon lavoro a Guido Bertolaso.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca