mercoledì 13 aprile 2016
Gridare per farsi sentire. O non sentire gridando? Fateci caso: il populismo non ha bisogno di dialettica, ma di anatemi, di massive dosi di adrenalina tribunizia per allineare la pancia alla testa del popolo affinché rabbia, istinto e mente non siano più distinti tra di loro. Allora, in questa ottica dell’indistinto, della ricerca del nemico e del diverso (il Calimero nero portasfiga e responsabile di tutti i guai della Nazione) ci sta bene qualsiasi fraintendimento verbale, come l’inutile, perdente polemica tra Salvini e un Mattarella algido, impenetrabile a questo tipo di provocazioni, tanto più se palesemente errate e strumentali. Panebinaco ha già posto sul Corsera dell’11 aprile la sua questione di non breve momento: perché questo centrodestra morituro continua a farsi del male? Perché i suoi leader (?) fanno di tutto per smarcarsi dalle loro radici storiche, ormai solo molto in teoria liberal-conservatrici, sia in termini economici che di garanzia del diritto, soprattutto quello relativo alla sicurezza? Davvero il “trumpismo” porterà il leghismo gridato e demagogico a sfidare il Partito Democratico nel futuro ballottaggio elettorale a norma dell’Italicum?
Sì certo, non è né una preoccupazione di Renzi, né una prospettiva realistica un centrodestra a guida leghista. Ma, a stabilirlo definitivamente in tal senso, saranno le elezioni amministrative del 5 giugno. Il segretario del Pd, invece, sembra ben più preoccupato dal disancoramento e dalla presa di distanza dal suo Governo che gli viene dal crescente scetticismo del suo maggior sponsor di un tempo: quella corazzata scalfarian-debenedettiana del gruppo Repubblica-L’Espresso che gli ha piazzato un atroce colpo basso con il recente sondaggio del super esperto di area, Ilvo Diamanti, in cui si mostra come l’Italicum sarebbe la famosa “zappa sui piedi” per le ambizioni renziane del Partito della Nazione. Per Diamanti, al ballottaggio andrebbero Pd e M5S con ampia vittoria finale dei grillini antisistema. E questo scenario si potrebbe ben configurare già nel 2017, visto che gli italiani farebbero bene a bocciare il referendum costituzionale, voluto paradossalmente, e per la prima volta nella storia repubblicana, proprio dal Partito di maggioranza che quella riforma ha fatto votare! In questo caso, però, fa notare con qualche incongruenza Panebianco, Pd e M5S farebbero la fine della Dc e del Pci durante la Prima Repubblica priva di un’alternativa di Governo.
Conclusione errata, nella prospettiva di Diamanti con l’Italicum in vigore, visto che la spunterebbero i pentastellati; ma vera se la Corte costituzionale dovesse dichiarare in parte incostituzionale la nuova legge, riportando l’orologio delle consultazioni popolari al proporzionale temperato. Come se ne esce, per il fronte moderato privo di un’idea vincente e di un capo carismatico? Bisogna di nuovo attendere un processo di decapitazione politica come lo fu Mani Pulite nel 1992, affinché giunga un nuovo outsider a rimettere assieme i cocci dei partiti distrutti dagli avvisi di garanzia e dal discredito degli elettori? Ma davvero l’operazione di Berlusconi del 1994 è ripetibile? No. Perché allora il mondo era completamente diverso. Non c’era la sovranità monetaria e la Bce era lontana da venire; il Medio Oriente non era in fiamme e non sversava milioni di profughi sulle frontiere comuni della Cee, essendo stato appena pacificato dall’impressionante vittoria di Bush padre su Saddam e, soprattutto, gli Usa regnavano sul mondo come un grande monarca incontrastato, unica superpotenza superstite dopo la disintegrazione dell’Urss. E, dulcis in fundo, la Cina era arretrata di più di mezzo secolo rispetto all’Occidente e le sue università non sfornavano ogni anno (come fanno oggi!) milioni di giovani, agguerriti e preparati laureati in ingegneria (gli Usa, nel 2015, ne hanno laureati solo 80mila di ingegneri!), grazie al sistema superselettivo della cultura cinese del merito. Oggi, le produzioni asiatiche ad alta densità di manodopera rendono improponibili per tutti i suoi concorrenti soluzioni e chiusure autarchiche della produzione e dei consumi. Allora, Salvini, Meloni, Alfano & Co. volete voi continuare ad abbaiare alla luna o trovate un modo per dire agli italiani la durissima verità? Tipo: la formazione superiore va rivoluzionata, per adeguare la sua qualità almeno agli standard cinesi e americani e indiani; il pubblico impiego così com’è va completamente smantellato, con una digitalizzazione e una nuova organizzazione del lavoro rivoluzionarie. Basterebbe, che so, garantire 1000 euro, esentasse, per il resto della vita, a una notevole massa di burocrati da lasciare a casa senza più farli lavorare. A conti fatti vi assicuro che lo Stato risparmierebbe un mare di miliardi di euro all’anno!
O preferite continuare a parlarvi addosso per far vincere l’antagonismo, sperando poi che, governando, costoro si rovinino con le proprie mani? Ma Renzi non vi è bastato? Chi prende il potere difficilmente lo molla. Sappiatelo!
di Maurizio Bonanni