Gli innocenti dimezzati secondo la Panella

sabato 9 aprile 2016


Tiziana Panella, conduttrice del talk-show “Tagadà” in onda su La7, giovedì scorso ha messo in piedi un processino improvvisato ai danni di Raffaele Sollecito, definito dalla nostra “campione di cattivo gusto.” Tutto questo per aver accettato di svolgere il ruolo di opinionista di casi giudiziari su TGcom24. A parere della Panella, dopo aver messo in risalto in maniera a dir poco tendenziosa la formula con cui è stato assolto Sollecito in Cassazione - “…poi è anche divertente capire come uno risulti innocente…perché mancava un quadro probatorio che sancisse la colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio…” - all’ex fidanzato di Amanda Knox mancherebbero le competenze per occuparsi di un settore delicato quale è la cronaca giudiziaria. E nel concludere il suo, consentitemi, delirante ragionamento, la Panella ha condannato senza appello la nuova attività editoriale di Sollecito, soprattutto in considerazione dei parenti della povera Meredith Kercher.

In sostanza, si evincerebbe dalla dura presa di posizione di questa oramai storica anchorwoman de La7 che un “mezzo innocente” come Raffaele Sollecito (ancora ampiamente perseguitato dalla preponderante stampa forcaiola di questo disgraziato Paese, mi permetto di aggiungere) non avrebbe dovuto accettare in alcun modo l’offerta del TGcom24.

Ora, premesso che opinionisti vittime di gravi errori giudiziari come il buon Raffaele ce ne vorrebbero a decine, se non altro per riequilibrare una deriva mediatica che sembra riportarci ai tempi più bui del Medioevo. Ma come mai la signora Panella si scandalizza per un Sollecito commentatore di cronaca giudiziaria, mentre non mi risulta che abbia mai speso una parola contro il lugubre spettacolo che la televisione italiana, servizio pubblico compreso, mette in scena quotidianamente contro chiunque sia solo sospettato di un delitto? La stessa signora Panella è informata sul fatto che programmi molto seguiti, come “Chi l’ha visto”, “La Vita in diretta”, “Quarto Grado”, ecc., si mettono regolarmente sotto i piedi i diritti degli imputati, ignorando del tutto la costituzionale presunzione d’innocenza e inscenando una sorta di inaccettabile ordalia televisiva?

Alla signora Panella preoccupa la presenza in televisione di una vittima di un errore giudiziario, ma non la costante pressione forcaiola che presunti criminologi, coadiuvati dal solito codazzo di nani e ballerine, esercitano nei confronti dell’opinione pubblica? Se siamo arrivati a condannare moralmente e senza alcun fondamento la pagliuzza Sollecito, senza minimamente renderci conto della trave colpevolista che soffoca costantemente quello che ancor oggi viene definito “giusto processo”, allora vuol proprio dire che pure sul piano del diritto la nostra informazione televisiva sta messa veramente male.


di Claudio Romiti