L’opportunità politica: una grande balla

sabato 2 aprile 2016


Non la smettono mai di sbagliare, è davvero troppo e inaccettabile, non si può più tollerare che la classe politica, in buona o cattiva fede, abusi della sua posizione e del suo potere. Qui veramente si sta giocando col fuoco e purtroppo con il Paese, non ci si rende conto del livello di rabbia e di stress che la gente ha accumulato in anni e anni di mala politica e malgoverno. Come se non bastasse, si crede di risolvere tutto con le dimissioni accompagnate dalla frase ormai di rito “opportunità politica”, che a nulla serve se non a indispettire ulteriormente l’opinione pubblica. Va da se, infatti, che non esista “opportunità politica” a coprire comportamenti che non hanno, e né potrebbero avere, la minima giustificazione o comprensione da parte dei cittadini. Nessuno, infatti, può togliere dalla testa delle persone che chissà in quanti casi, non svelati da intercettazioni, si siano compiuti sulla loro pelle atti di vantaggio per l’amico, parente o convivente che sia, utilizzando il potere di cui si dispone.

Da decenni non c’è Governo di qualsiasi colore che non sia costretto da scandali, indagini, intercettazioni e rivelazioni a dimissionare ministri o sottosegretari, e non c’è verso di far cessare questa vergognosa tradizione italiana che la dice lunga sul perché siamo ridotti così. Per questo il popolo è in subbuglio, è sfiduciato ed è infuriato, è disilluso e schifato sempre di più; difficile dargli torto anzi, per certi versi, c’è da meravigliarsi della pazienza nostrana. Qui non c’entra nulla il giustizialismo, come non c’entra il garantismo e meno che mai la cosiddetta “opportunità politica” (che è tutt’altra cosa); c’entra invece il senso del servizio pubblico, la lealtà verso la collettività, la trasparenza e l’onestà dei comportamenti. Del resto, il garantismo esiste a tutela dell’innocenza e non della colpa, lieve o meno che sia, così come la presunzione d’innocenza non può diventare innocenza a prescindere, altrimenti salta tutto e si prende quella strada che, purtroppo, noi abbiamo preso da tempo.

I cittadini si sentono traditi e sfruttati, si sentono guidati da una politica nella quale non credono, si sentono accerchiati da un apparato dirigente che usa e abusa a piacere del suo potere. Come se non bastasse, in questo passaggio sono venuti a galla, in quantità industriale, i fenomeni dei cosiddetti furbetti del cartellino, dei superiori compiacenti, dei privilegi non dovuti e degli assenteisti per mestiere che rischiano davvero d’incendiare l’incendiabile.

Insomma, fra malgoverno, scandali, abusi, mala politica, soprusi, disservizi e favoritismi siamo finiti in un combinato disposto molto, ma molto pericoloso, non capirlo sarebbe demenziale e devastante. Oltretutto si continua a ossessionare e perseguitare fiscalmente la gente e le aziende, si insiste con una politica fiscale non solo oppressiva, ma anche vessatoria e arrogante. Si fa finta di non capire quanto sarebbe importante e necessario, proprio in questo momento, un atto di contrizione nei confronti dei cittadini, per pacificare e abbassare la temperatura del risentimento popolare.

La gente sa bene che se il Paese è ridotto al lumicino, soffocato da un debito gigantesco e da costi insostenibili, è perché da decenni la mala politica ha dominato sulla correttezza e sull’onestà. Insomma, siamo a un bivio importantissimo e il Governo Renzi lo deve capire fino in fondo, senza un’ammissione delle colpe e degli sbagli e senza un atto di pacificazione fiscale e generale fra Stato, politica e cittadini, non c’è futuro e si rischia il peggio. Questa sarebbe la vera svolta, unita alla scelta di una nuova e affidabile classe di comando, in grado di riscuotere la fiducia necessaria e indispensabile per guidare il Paese. Solo così e solo evitando che arrivi la goccia a far tracimare il vaso, che tutti sappiamo essere strapieno, potremo ripartire e magari crescere bene e sul serio.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca