venerdì 25 marzo 2016
Ricordate il famoso Charles Pasqua (a proposito: Auguri!)? Sì, lui. Il pluri- blasonato ministro dell’Interno francese dei governi Chirac e Balladur che coniò lo slogan “Terrorizzare i terroristi”. Non inventava, certo, nulla di nuovo. Il mondo aveva avuto già modo, prima di lui, di acquisire (senza adottarlo, purtroppo. Tranne che nel caso di Santa Madre Russia, Zar Putin regnante) il modus operandi del Mossad sempre più perfezionato dopo la strage alle Olimpiadi di Monaco del 1972. l’Occidente pavidissimo non ha mai emulato la scelta strategica politico-militare degli israeliani (applicazione pratica in cui si amplia e si consolida nelle istituzioni dello Stato il ben noto detto biblico “Occhio per occhio”), che rappresenta una sorta di risoluzione finale contro il terrorismo. Ovvero: perseguire e annientare in ogni tempo e in ogni luogo i responsabili di stragi o assassinii (religiosi e politici) contro cittadini israeliani. Principio enormemente rafforzato dalla assoluta determinazione che con i terroristi sequestratori di ostaggi non si tratta. Ogni cittadino israeliano, uomo o donna, è allevato (e armato!) per tutta la sua vita come un militare, che deve guardarsi le spalle dai nemici di tutto il mondo ed è pronto a morire e sacrificarsi per difendere il suo buon diritto a vivere in pace.
Vi chiederete, ad es., come mai, Israele riesca a evitare stragi come quelle di Parigi e Bruxelles nel suo territorio. La risposta è semplice e drammatica: inasprire, in ogni modo, il carattere di separatezza tra “loro” e gli “altri” vicini di casa palestinesi. Il “Muro” che separa la parte araba e quella israeliana di Gerusalemme ne è una conferma dolorosa e necessitata. Certo, poi le difese restano comunque insufficienti di fronte a tattiche come “L’Intifada dei coltelli”, in cui un qualsiasi, insospettabile cittadino arabo- israeliano si fa all’improvviso agente silente uccidendo a caso i passanti nelle vie di Gerusalemme (o di altri centri di tutto l’Occidente dove le due comunità siano presenti) in cui le vittime si trovino a passare. Tanto per non nasconderci nulla, l’Europa rispetto a questo fenomeno devastante ha preferito (ma che bella novità!) girare il suo sguardo preoccupato altrove. Nascondendo a se stessa le mille Molenbeek che ospita nel suo seno di ghetti urbani, come tante aspidi pronte a colpire. Perché, continuiamo a pensare sia meglio non immischiarsi nei loro affari, sperando che portino altrove rabbia ed esplosivo.
Del resto, i coltelli presuppongono il corpo-a-corpo e per fare lo stesso numero di vittime di Parigi e Bruxelles ci vogliono almeno altrettanti martiri, calcolando che qualunque cittadino israeliano ha il diritto di portare armi per difendersi. Poi, mi sembra davvero un inutile esercizio di retorica complottarda, il tentativo di “illuminare” le opinioni pubbliche europee sul fatto che “qualcuno” (leggi i ricchissimi satrapi delle petroeconomie del Golfo e/o centrali occulte statunitensi) stiano da tempo distruggendo la forza, l’integrità e la coesione dell’Europa con un’immigrazione di milioni di profughi economici che consumano il nostro welfare, nonché con le stragi dei radicali jihadisti. Ma davvero è colpa di costoro? La Storia va analizzata tutta, per capire bene. Quando non eravamo Ue mi ricordo che - come oggi - il terrorismo dell’Olp colpiva ovunque, malgrado avessimo la piena sovranità nazionale. Quindi, secondo me l’analisi non è quella di individuare la Luna Nera ma il “perché” siamo uniti solo per la coda monetaria e non per la “testa” politico-militare-finanziaria.
Altro aspetto: l’Islam “cattivo” è un po’ una favoletta per bambini. Se non fossimo accecati da inutile buonismo e da dosi narcotizzzanti di “politically-correct” non sarebbe mai stato possibile che stranieri in casa nostra non rispettassero le “Nostre” regole, o che nulla sapessimo dei discorsi infuocati dei loro Imam che, quasi sempre, non parlano la lingua del Paese ospite! Poi, è proprio vero: non c’è niente di peggio di un convertito, come dimostrano i martiri jihadisti con cittadinanza europea! E, guarda caso, la maggior parte di loro è costituita da ex marginali e delinquenti, puntualmente redenti! Basterà, per capire, leggere il bel libro di Andrea Orsini: “Isis - I terroristi più fortunati del mondo”. Purtroppo, imitare Israele è impossibile: gli ebrei sono gente molto, molto seria, sopravvissuti a mille persecuzioni. Noi siamo papisti ecumenici da una vita. Non si concilia l’inconciliabile. Loro controllano a meraviglia l’aeroporto Ben Gurion. Noi, per applicare i loro metodi, dovremmo azzerare la nostra intelligence e rifarla ex novo con dieci volte gli effettivi attuali! A spese del contribuente! Bye-bye Europe!
di Maurizio Bonanni