Un’alternativa per battere Renzi

martedì 15 marzo 2016


La surreale vicenda della candidatura di Guido Bertolaso a sindaco della più ingovernabile città d’Italia, al di là delle schermaglie del momento, dimostra ancora una volta che quello che una volta si chiamava centrodestra non esiste più. Ciò che resta di quello che a mio avviso ha rappresentato uno dei più grandi fallimenti della politica italiana, il sacrosanto progetto di modernizzare in senso antistatalista e antiburocratico il Paese, è una accozzaglia di spinte e di parole d’ordine che hanno ben poco a vedere con il fervido clima che oltre vent’anni orsono ci fece respirare l’aria di una rivoluzione liberale di massa.

Oggi a contendersi la leadership di un fronte sempre meno alternativo al renzismo dei miracoli troviamo tutta una serie di personaggi che, bontà loro, cercano di fare la concorrenza al Cagliostro di Palazzo Chigi raccontando favole ancor più suggestive rispetto a quelle propalate da quest’ultimo. Favole che parlano di catastrofiche fughe dell’Italietta dei debiti dalla moneta unica e, contestualmente, di nuove campagne di pasti gratis, fatte di drastici tagli delle tasse e ulteriori sfondamenti nel quasi collassato bilancio dell’Inps. Per non parlare poi del continuo delirio basato su una presunta Europa a trazione germanica, tesi la quale può senz’altro servire a convincere nugoli di sprovveduti, ma che non sposta di una virgola il nostro storico problema strutturale: ostinarsi a vivere sopra le nostre possibilità confidando sempre più sulla benevolente fiducia di chi ci presta i quattrini. Di fatto, soprattutto dacché la Lega di Matteo Salvini ha conquistato una certa supremazia nei consensi, l’area politica cosiddetta moderata si sta trasformando in una sorta di dependance del lepenismo transalpino, con al centro poche e confuse idee di politica economica le quali, se veramente applicate, condurrebbero l’Italia, al pari della Francia, a sfracellarsi inesorabilmente contro gli scogli della dura realtà delle cose.

Sono sempre più convinto che per battere l’irresponsabile linea di chi ci governa oggi non serva scendere sul suo terreno, fatto di sogni ed autoinganni collettivi. Occorre invece costruire una solida e concreta alternativa, parlando il linguaggio della verità al Paese reale. Tanto prima di quanto si creda ci penseranno i dati concreti ad incaricarsi di mettere alla berlina il cantastorie al potere. Ma è altrettanto ovvio che senza una opposizione seria e credibile Renzi rischia di restare in sella solo per la mancanza di avversari degni di questo nome.


di Claudio Romiti