L’Istat e l’altra verità sull’Italia

venerdì 4 marzo 2016


C’è una sola certezza fra la gente di tutta Italia: il Paese non è quello che l’Istat e i mezzi d’informazione entusiasticamente ci riportano, descrivono e assicurano. Gli italiani da Nord a Sud, non solo per sentito dire, ma dai riscontri degli addetti ai lavori (studi fiscali, commerciali, legali, del lavoro, ecc.), soffrono, tirano sempre di più la cinta, risparmiano su tutto e sono al limite della rivolta fiscale.

Dunque, dati per veri i numeri da boom economico che ci raccontano e accertato che i giornali e il Governo li annunciano come fossimo nel Paese del bengodi e della felicità, qualcosa non torna e non torna per niente. Del resto, basterebbe solo attenersi alla realtà che quotidianamente i più autorevoli talk-show rappresentano, per capire la frattura tra gli annunci e la vita quotidiana dei cittadini.

Come se non bastasse, sarebbe sufficiente impegnarsi ad uno studio più attento dei numeri del Paese e ci riferiamo a quelli che stranamente vengono trascurati o indicati in minuscolo e a margine, per capire che demagogia, enfasi e suggestione dettano banco. Crescere dello zero virgola è un nulla rispetto al necessario e comunque sempre meno di quello che presuntuosamente il Governo garantiva, lo stesso vale per il debito che continua a salire nonostante le assicurazioni contrarie e per i consumi che, al di là delle fandonie, sono fermi e immobili.

La guerra fra italiani e fisco è ormai globale, rateizzi, liti, ricorsi aumentano a dismisura a testimonianza di un problema che, oltre che economico, è ormai sociale. È di tutta evidenza che il ricorso sempre più sfrenato al rateizzo, nulla evidenzia se non la crescente difficoltà a farcela, con il risultato scontato che la somma dei ratei pregressi, con le imposte correnti, diventa insopportabile e dunque crea nuove insolvenze e nuove liti. Ancora di più se si andasse ad analizzare il contenzioso per errori o omissioni, dovuti in larga parte all’amministrazione centrale e alla incredibile complicazione del nostro sistema fiscale. Nel mondo del lavoro poi la situazione resta drammatica e la minima crescita è dovuta solamente ai bonus erogati, piuttosto che alla ripartenza della produzione e dei consumi su vasta scala. Specialmente al Sud il lavoro, bonus o no, resta un problema di proporzioni devastanti e i giovani continuano a emigrare o a rimanere in famiglia per mancanza di alternative. Il welfare fa acqua da tutte le parti e gira in debito costante e crescente, oltretutto l’assurdità della Legge Fornero ha lasciato per strada un esercito di italiani, che né lavorano né possono andare in pensione. L’immigrazione selvaggia e incontrollata ha poi dato la mazzata finale al commercio al minuto e ai lavori cosiddetti stagionali, creando una sacca di concorrenza contraffatta e di lavoro nero, oltreché purtroppo di criminalità, la cui dimensione negativa tutt’ora non è censibile, né quantificabile. Questo quadro è proprio quello che si riscontra ovunque girando per la penisola, del resto piaccia o meno, se l’Europa ha acceso tutti i fari su di noi una ragione ci sarà pure. Come una ragione ci sarà se con ogni mezzo siamo a chiedere un ulteriore margine di flessibilità (cioè altro debito), per cercare di salvare il salvabile e scavalcare gli impegni di bilancio.

Come se non bastasse, l’aiuto enorme che Mario Draghi ci sta offrendo è destinato a cessare al massimo entro il 2017. Dunque, ci resta un anno o poco più, per scavalcare la dead line di rottura e per riuscirci servirebbe l’esatto contrario di ciò che spavaldamente viene annunciato. Ci vorrebbe Draghi al posto di Renzi e un Governo capace al posto di quello attuale, ci vorrebbe coraggio fiscale per pacificare, abbattere e semplificare, ci vorrebbe la rivoluzione del welfare a partire dalla Legge Fornero e una pesantissima revisione della spesa. Ci vorrebbe l’eliminazione degli statuti speciali e la fine dei privilegi, dei vitalizi e delle pensioni d’oro. Questo ci vorrebbe, eppure non c’è e non si vede, al suo posto solo altra polvere sotto il tappeto, altra polvere di stelle offerta a tutti per nascondere l’altra parte della verità.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca