venerdì 4 marzo 2016
Il ricco mercato della maternità surrogata, detta volgarmente utero in affitto, offre a coloro con un cospicuo conto in banca di comprare un bambino, previo dettagliato contratto, che fissa diritti ed obblighi dei venditori anonimi di ovociti e sperma, con l’assistenza di un avvocato. Poi per essere dichiarati genitori si ricorre al giudice minorile che con una sentenza creativa, copiando la finanza creativa, decreta il riconoscimento di genitore legale, generato dalla carta bollata. Una specie di burocrazia parentale che compie il miracolo di della genitorialità per via giudiziaria.
In effetti la legge in Italia lo consente, ma secondo la procedura di adozione nei casi particolari indicati nell’articolo 44 della legge 183/1984; competente a pronunciarsi sull’adozione è il Tribunale per i minorenni del distretto dove si trova il minore. Diversamente, lo stesso magistrato minorile condanna una madre che ha direttamente generato il figlio, previo regolare matrimonio concordatario, alla decadenza della responsabilità genitoriale e la minaccia di collocare il figlio in uno di quei lager, eufemisticamente chiamati casa famiglia, perché secondo la diagnosi emessa dal difensore del coniuge separato, reo di maltrattamenti, aggressioni, persecuzioni, offese alla reputazione, impedimenti a curare ed allevare il figlio, avrebbe contratto la malattia conosciuta come sindrome di alienazione parentale, sconfessata dalla stessa Suprema Corte di Cassazione. Mentre con grande coraggio la presidente della Commissione Giustizia della Camera di deputati, dottoressa Donatella Ferranti lavora per far approvare il ddl sulla riforma del processo civile, che con un suo emendamento prevede l’accorpamento dei Tribunali per i minorenni a quelli ordinari e la trasformazione della Procura minorile in un gruppo specializzato presso la Procura ordinaria, i giudici minorili e soprattutto gli operatori e consulenti che gravitano intorno ai Tribunali per i minorenni protestano per i diritti a rischio.
Anche l’attuale candidato alle primarie del Pd per il sindaco di Roma, senatore Stefano Pedica, si è interessato a lungo sul problema per riportare i Tribunali per i minorenni nell’alveo legittimo dei Tribunali ordinari, con sezioni di specializzazione, ma è stato silenziato dagli interessati operatori del mondo minorile. Un mondo di mezzo quello che fiorisce nell’ambito dei Tribunali per i minorenni. Un mercato di parole prive di significato lontane dalle sofferenze delle persone, ma ricco per le tasche di incauti consulenti tecnici senza scienza e coscienza, nominati dal magistrato per farsi assistere su materie che non conosce: psicologhe forensi, curatori speciali dei minori, tutori, educatori, assistenti sociali, giudici onorari. Giudizi affrettati, condanne perentorie che offendono la scienza dell’anima ed alimentano l’effimero prestigio di questi mercanti di bambini, dovuto all’arroganza di un analfabetismo congenito, che conquistano ascendenze nella dichiarazione dei redditi. Positivi risultati patrimoniali per una vita da benestanti a spese delle vittime sacrificali. Parcelle da capogiro, flussi di denaro nel nome del bambino, un comitato d’affari chiuso ad ogni esame critico, forte dell’incontestabile prestigio della scienza psicologica, che consente più difese che non altre scienze più vicine all’esattezza, ma espugnabili quando il dato risulta errato. I chiamati al compito di consulente psicologo, curatore speciale, tutore sono quasi sempre gli stessi e le perizie sono il frutto di compiacenti e opachi gentlemen’s agreement in danno delle vittime (donne e bambini) oggetto delle perizie. In nome del bene del bambino vengono perpetrati veri e propri delitti in ambiente cosiddetto protetto, che solo in pochi casi hanno visto trionfare le incursioni degli inquirenti. Si scambiano i ruoli, come nelle migliori commedie di Pirandello: una volta una assume il ruolo di Ctu (consulente tecnico d’ufficio) nominato dal giudice amico ed altre due vengono nominate dalle parti in causa Ctp (consulente tecnico di parte). Poi in un’altra causa quella che faceva il Ctu fa il Ctp ed una di quelle che faceva il Ctp fa il Ctu. Perizie, test, interviste, colloqui tutta carta che finisce nei fascicoli aperti dal magistrato che nessuno legge. Una breve sintesi verbale al giudice di turno e tutto continua nella morte della burocrazia dei diritti negati, delle ragioni di coloro che subiscono queste legali torture nel silenzio colpevole di tutti gli attori della commedia giudiziale. Si fregiano di medagliette di latta per la tranquillità di magistrati, che possono bellamente irrogare condanne e sanzioni, garantiti dagli esperti che loro hanno nominato ben conoscendo il disvalore delle perizie.
Una cittadella di psicologhe prét à porter, con pochi saperi e tanta voglia di emergere per le ragioni del portafoglio, incuranti delle sorti delle vittime (in gran parte donne e bambini) sottoposte ad un doppio processo: quello delle psicologhe e quello del giudice, una ingiustizia al quadrato. Sono sempre le stesse, una etnia autoctona nata nei Tribunali per la deresponsabilizzazione dei magistrati specializzati nei diritti a tutela dei minori, per il bene dei bambini. Se non fossero stati istituiti dalle leggi dello Stato le cose andrebbero meglio, perché alla fine, pur nei conflitti, tra le persone “normali” prevale il buon senso.
Tutti difendono lo status quo, soprattutto questi sedicenti psicologi forensi (cosa mai vorrà dire la qualificazione “forensi” un giorno ce lo spiegheranno), che hanno trovato una miniera d’oro discettando sul nulla: spazi di ascolto, percorso di sostegno alla genitorialità, sostenere e rafforzare le competenze genitoriali, intrecciando dialoghi di reciprocità e alleanza, costruire una rete di relazioni e di sostegno, orientamento e sostegno per conoscersi meglio (si conoscono da 20 anni) e per acquisire una nuova modalità di stare nella relazione con i propri figli, con spontaneità, consapevolezza, favorendo processi di cambiamento attivatori di strategie per la soluzione di problemi quotidiani. E ancora: sindrome di Munchausen, Pas (sindrome di alienazione parentale) ed altre idiozie ben infiocchettate per la gioia di parcelle da capogiro. L’operazione è intelligente, come nel migliore wrestling, fingono di combattersi, creano contrapposizioni false, propongono metodologie e teorie di scuole di diverso orientamento, ma in effetti sono tutti d’accordo. L’orrore nasce per gli effetti devastanti sui minori, che dovrebbero proteggere e di cui diversamente moltiplicano le sofferenze.
Tutti sanno, nessuno parla, poi sentiamo i tamburi della propaganda del bene comune che gridano allo scandalo dell’omertà. Molte donne, madri di bambini, sono state private della libertà da parte delle Giustizia italiana per aver difeso i propri figli contro ex mariti ed ex compagni, violenti e persecutori, come dalla vergognosa inettitudine di inqualificabili, finti, consulenti tecnici.
di Carlo Priolo