Democrazia dei sedili

venerdì 26 febbraio 2016


La differenza fondamentale tra la democrazia italiana e la democrazia britannica sta nei sedili. Sfogliando il vocabolario, dicesi sedile qualsiasi oggetto destinato ad offrire appoggio alla persona in posizione seduta ed anche il piano di una sedia o di un oggetto su cui si siede.

Incominciamo dai sedili più alti della politica italiana: i seggi degli emicicli parlamentari. Il popolino allude a quei seggi come al massimo delle comodità e dei privilegi che la Repubblica possa offrire. Ed in effetti, ammettiamolo, non è che vi si stia così male. Gli oneri sono ben compensati dagli onori, morali e materiali. Ma... c’è un ma. Chiunque abbia avuto la fortuna di posarvi la terga, come deputato e senatore oppure come visitatore, sa che sono non poco scomodi. Seppure il piano di seduta non sia proprio sgradevole, la spalliera, perfettamente ortogonale, è davvero uno strazio. Dunque sono scanni fatti apposta per scongiurare la presenza continua alle riunioni d’Aula che, perciò, invece di “sedute” dovrebbero chiamarsi “alzate”.

Infatti gli onorevoli deretani, per non soffrire, devono essere staccati frequentissimamente e deposti altrove, sui divani imbottiti delle anticamere. Il popolino ed i giornalisti suoi cani da guardia, che latrano contro l’assenza dei parlamentari, prendono una cantonata. Non di assenteismo trattasi, ma d’inevitabile messa a riposo delle natiche martoriate dal peso dei busti costretti a restare eretti in modo innaturale. E senza braccioli d’appoggio.

Ben altrimenti vanno le cose nel parlamento inglese. Lì non esistono scanni all’italiana ma morbidi divani con soffici sedili e spalliere, di un bel verde ai Comuni e di uno squillante rosso ai Lords. I Britannici, popolo rispettoso ed educato, gratificano i loro rappresentanti con accoglienti canapè, sebbene senza appoggi. Perciò considerano il seggio come il più prestigioso posto del Regno Unito, oltre che il più piacevole, e se ne distaccano solo quando non possono farne a meno.

Scendendo dall’empireo dei membri del Parlamento alla vita di tutti i giorni, le cose non cambiano. Nel senso, cioè, che vanno allo stesso modo: i britannici restano diversi da noi, ma uguali a loro stessi, proprio come noi, a nostra volta. I sedili inglesi degli autobus e delle metropolitane, non meno delle panchine pubbliche, sono concepiti per arrecare il minimo disagio agli utilizzatori, anzi per farli sentire a proprio agio il più possibile. Sono fatti in modo da esprimere deferenza verso il cittadino, che così sente la considerazione in cui è tenuto dall’autorità che lo serve.

In Italia, al contrario, gli stessi oggetti sono realizzati in modo da compiacere il produttore e il committente, non chi ne usufruisce. Il fabbricante e i funzionari che glieli ordinano, pagandoli con le tasse del cittadino, non si curano neppure di provarli in anticipo, mettendocisi seduti. Sprezzano chi li ha pagati e non si curano affatto della soddisfazione del contribuente. La differenza tra le due democrazie è tutta qui: nella sollecitudine dei governanti verso il fondoschiena dei governati.


di Pietro Di Muccio de Quattro