giovedì 4 febbraio 2016
Marco Daniele Clarke ne ha fatte veramente tante. Nel suo curriculum, tra l’altro, si legge che è stato presidente della XX Circoscrizione del Comune di Roma, vicepresidente di Federambiente, presidente dell’Agenzia per il diritto agli studi universitari del Lazio, assessore all’edilizia scolastica e patrimonio della Provincia di Roma ed anche presidente della municipalizzata Ama.
Clarke, possiamo chiedere di quale incarico della sua attività va più orgoglioso e perché?
Sinceramente sono molto soddisfatto del lavoro svolto in tutti i ruoli da lei citati. In particolare sono particolarmente orgoglioso del lavoro svolto negli incarichi più propriamente “politici” e quindi più dinamici e autonomi.. Vale a dire quello di assessore all’edilizia scolastica nella giunta Moffa e quello di Presidente dell’allora XX Circoscrizione di Roma. Per quanto riguarda il primo, voglio ricordare che l’attività della amministrazione Moffa ottenne dei risultati straordinari proprio nel campo dell’edilizia scolastica sia per quanto concerne gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di ristrutturazione e sia per quanto riguarda la realizzazione di nuovi edifici scolastici, ben quattordici, puntando sempre alla qualità progettuale. Ma è stato soprattutto il ruolo di presidente, per oltre sette anni, del più esteso Municipio di Roma (con una superficie superiore a quella dell’intero comune di Milano) ad avermi toccato di più. E questo per una serie di motivi: il contatto diretto e quotidiano con I cittadini, il fatto di essere stato nel 1997 l’unico candidato del centro destra a essere eletto presidente di circoscrizione a Roma, mentre nelle altre 18 aveva vinto il centro sinistra. Il fatto di aver saputo separare il momento della contrapposizione e dello scontro politico con quello della necessaria condivisione delle decisioni finalizzate alla risoluzione dei problemi concreti.
Se lei fosse il premier Renzi, di quale aspetto di crisi del nostro Paese si preoccuperebbe/occuperebbe in primis?
I problemi da affrontare e risolvere urgentemente sono vari: lavoro, sicurezza, pressione fiscale, servizi sociali, infrastrutture, difesa idrogeologica, etc. Ma vorrei porre l’attenzione sulla questione “giustizia”, che ha una valenza anche morale. Il cattivo funzionamento della giustizia è sotto gli occhi di tutti e alcuni eclatanti episodi di “malagiustizia” hanno creato profondo sconcerto. L’abuso della carcerazione preventiva, l’incertezza del diritto, i tempi lunghissimi dei processi, la condizione delle carceri, la gogna mediatica, la fuga di notizie, la politicizzazione di alcuni giudici, la giustizia spettacolo sono tutte questioni che vanno affrontate con decisione e al più presto. Non dimentichiamoci che con la vita e la libertà delle persone non si può scherzare.
La sinistra è sostanzialmente spaccata, l’area moderata non sa che pesci prendere e su quali candidati puntare alle prossime amministrative, il M5S è “sull’orlo di una crisi di nervi”: il quadro politico nostrano non lascia granché di cui sperare...
Eppure a destra qualcosa si muove… Le scorse elezioni, pur in un contesto difficilissimo, con la vittoria del centrodestra in Liguria e a Venezia, hanno dimostrato che quando si trova il candidato giusto e vi sono dei programmi chiari, i risultati si ottengono. Ed è proprio da Venezia che si dovrebbe prendere spunto, dando vita nelle aree metropolitane a movimenti civici credibili e con esponenti qualificati. La questione dei grandi centri urbani deve essere affrontata dal centro destra con grande attenzione e con spirito unitario . Non si può consentire che, a causa di divisioni nel centrodestra, città come Roma, Milano, Napoli, ecc. continuino ad essere malamente amministrate dalla sinistra. Se le elezioni del prossimo giugno dovessero vedere la sinistra sconfitta in questi comuni, è evidente che vi sarebbero importanti conseguenze politiche anche a livello nazionale.
Parliamo della Capitale. Funerali-Casamonica, inchiesta Mafia Capitale, infiltrazioni malavitose, trasporti esasperanti, immondizia e topi ovunque: secondo lei Roma rappresenta davvero il peggio del Paese?
Gli anni dell’amministrazione Marino sono stati tragici per la nostra città. Roma è stata devastata da amministratori che non la conoscevano e non la amavano. I trasporti sono al collasso, la raccolta dei rifiuti e la pulizia della città sono peggiorate, le periferie abbandonate al degrado, le fasce deboli trascurate e potremmo continuare a lungo. Autoreferenzialità, insufficienza amministrativa, falsi annunci, promesse mai mantenute, iniziative finalizzate solamente ad attirare l’attenzione dei media, arroganza e incapacità di ascolto, queste sono state le caratteristiche più evidenti dell’amministrazione Marino. Ora dobbiamo voltare pagina e aprire una nuova stagione fatta di serietà, assunzione di responsabilità e concretezza, con un progetto chiaro per il governo e lo sviluppo della città. Con una amministrazione snella e competente, privilegiando la cultura del merito e delle competenze e attivando un organico, efficiente e reale sistema dei controlli, sia negli uffici centrali che in quelli periferici, che nelle società controllate. In un clima di rigore, sobrietà e austerità. Vi è la necessità inoltre di riprendere e potenziare, anche richiamando il principio di sussidiarietà, il processo di decentramento amministrativo, mortificato dal chiuso verticismo e dall’anacronistico centralismo burocratico di Marino.
A suo parere quale dovrebbe essere il primo atto del nuovo sindaco di Roma che verrà eletto tra qualche mese?
Credo che fare politica significhi ricercare l’utile per I cittadini, la giustizia e il bene collettivo e credo che significhi anche e soprattutto avere grande attenzione per I più deboli. Mi piacerebbe che il nuovo sindaco ,come primo atto, promuovesse un piano straordinario di interventi sociali, finalizzato alla tutela e alla assistenza delle fasce più deboli, spesso vittime della crisi e di una società senz’anima.
di Gianluca Perricone