Non è mai troppo tardi

sabato 30 gennaio 2016


Viene da sorridere, ovviamente in modo amaro, a sentire in questi giorni una larga parte di intellettuali, giornalisti e politici, rispolverare in modo positivo il comportamento di Berlusconi e del suo Governo nei riguardi della RAI. Questi signori, che giustamente insorgono per tutta una serie di fatti concretamente inaccettabili, sono, guarda caso, gli stessi che ai tempi del Cavaliere gridavano all’occupazione della RAI, alla censura fascista, al bavaglio dell’informazione e all’uso personale dall’Azienda Televisiva di Stato.

Ovviamente non era così e oggi che, invece, assistiamo al modello Renzi sulla RAI e al modo con il quale, a partire dalle riforme approvate in Parlamento, si è trasformata in azienda ad uso personale la più grande struttura pubblica di informazione e cultura, alzano la voce e gridano allo scandalo e alla monopolizzazione spudorata. È chiaro che le dichiarazioni dei membri renziani, sia in Commissione di vigilanza che nel Consiglio di Amministrazione RAI, sullo stile con cui Massimo Giannini conduce Ballarò e su altre trasmissioni meno allineate al “Renzi pensiero”, sono ridicole, preoccupanti e inaccettabili, ma è altrettanto chiaro che, per così dire, chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Il Cavaliere, infatti, ai suoi tempi, non solo non occupò un bel niente e non vietò nulla, ma giustamente evitò di intrufolarsi in manipolazioni o coercizioni nel mondo dell’informazione pubblica e noi diciamo anche privata (Mediaset). Perché sia chiaro ai tempi del Governo Berlusconi anche le sue aziende non mancavano botta di contrastarlo, attaccarlo e talvolta addirittura di ridicolizzarlo senza alcun problema di libertà e di pluralismo.

Che poi anche il Cavaliere in quegli anni commise errori grossolani non vi è dubbio, ma a guardarvi bene dentro, si trattava più di apparenza che di sostanza, editto Bulgaro compreso. Su quell’uscita, che noi per primi ritenemmo improvvida e sbagliata, si levò una canizza atomica da parte di tutti, compresi quelli che oggi per certi versi si accorgono del contrario. A dirla fino in fondo, infatti, il vero errore di Silvio a quei tempi, fu proprio quello di non cogliere l’occasione per fare allora con il suo Governo una straordinaria e vera riforma RAI, per modernizzarla, trasformarla, riorganizzarla strutturalmente e operativamente, al fine di renderla più efficiente, puntuale e aggiornata.

Non avendoci pensato Berlusconi, oggi ci ha pensato Renzi e lo ha fatto come purtroppo vediamo, una riforma assurda e illiberale che consente al Premier di porre e disporre a piacimento della RAI. Poteri quasi illimitati al Direttore Generale, nomine e incarichi scelti solo nel cerchio magico renziano, marginalizzazione del CDA, occupazione strumentale di ogni spazio che conta nella guida aziendale. Eppure questa riforma è passata in Parlamento, il suo impianto era noto e arcinoto sin dall’inizio del percorso, tutti sapevano in cosa alla fine si sarebbe tradotta, ma……silenzio! Silenzio assordante, trascuratezza e complicità ipocrite, interessi più o meno trasversali hanno consentito che si arrivasse alla fine portando a compimento così una delle peggiori e più partigiane possibili riforme della RAI.

Per questo il nostro sorriso è amaro a sentire le grida di allarme da parte di tanti autorevoli esponenti del “sinistra pensiero” contro lo stile Renzi. Ma visto che, a proposito di RAI, “non è mai troppo tardi”….. invitiamo e sfidiamo queste persone a vigilare e a contrastare ancora con ogni forza tutto ciò che accade e che potrebbe accadere in RAI in questa prossime settimane in tema di nomine, di scelte e di indirizzi. Siamo certi che se ognuno saprà fare il suo dovere anche con una legge come questa, da “manu militari”, non tutto sarà possibile e consentito, perché non c’è legge che tenga di fronte alla libertà, alla onestà intellettuale e al buon senso di chi il cervello a Renzi non lo ha consegnato.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca