Linea folle dell’autarchia

sabato 30 gennaio 2016


Ospiti di Nicola Porro a “Virus”, Matteo Salvini e Marine Le Pen hanno ribadito la loro forsennata linea politica contro la moneta unica europea. Una linea la quale personalmente considero del tutto dissennata e che, se applicata realmente con un ritorno alle rispettive valuta nazionali, ci riporterebbe indietro ai fasti gloriosi della cosiddetta autarchia.

A questo proposito mi chiedo da tempo se il leader della Lega Nord, certamente sostenuto dalle fantasiose tesi di Claudio Borghi, si renda conto delle molte implicazioni negative legate ad una uscita dell’Italia dalla tanto osteggiata Euro-moneta. In particolare, quando quest’ultimo ripete come un mantra che l’Euro è una moneta sbagliata, lo fa solo per sollecitare la pancia di un popolo particolarmente ignorante sul piano finanziario, oppure ritiene concretamente di candidarsi alla guida di un futuro governo di centrodestra con la missione di tornare alla perduta sovranità monetaria? Io spero che Salvini, sotto questo punto di vista, non la pensi come tanti sprovveduti italioti i quali, confondendo la carta con la ricchezza reale, credono che basti ridare tutto il potere alla Banca d’Italia per risolvere qualunque problema di bilancio.

Spero, al contrario, che Salvini e il suo principale consigliere in questo campo siano del tutto consapevoli degli immensi sconquassi che un ritorno alle antiche fluttuazioni di una rinata liretta creerebbero all’interno del nostro sistema solo all’annuncio di una uscita dall’Euro. Dando proprio per scontato la ripresa di una politica monetaria inflazionistica, il valore di mercato della nuova moneta tenderebbe ad indebolirsi costantemente, causando catastrofiche ripercussioni nell’interscambio e nel finanziamento del nostro colossale debito pubblico. I prezzi delle materie prime e dei prodotti importati salirebbero alle stelle, facendoci rivivere le suggestive atmosfere di un Paese agricolo che realizzava biciclette di legno, auto a carbonella e maglioni di lanital. Ovviamente, vista la dipendenza energetica dell’Italia con l’estero, stufe e camini a legna torneranno drammaticamente di moda.

Battute a parte, non credo proprio che l’Italia possa salvarsi dal disastro causato da decenni di collettivismo strisciante semplicemente ridando alla politica nazionale la facoltà di emettere ad libitum assegni a vuoto. Perché di questo stiamo parlando.


di Claudio Romiti