giovedì 28 gennaio 2016
Scusate ma ci sembra di essere di fronte ad una gigantesca presa in giro organizzata e messa in scena dal duo Renzi-Alfano il quale si ostina a convincere noi “poveri stolti” che possiamo stare tranquilli perché, almeno dal punto di vista dell’ordine pubblico e delle minacce ai luoghi simbolo del nostro Paese, la situazione è sotto controllo.
Poi leggi di un’Audi gialla (non una più normale utilitaria di color grigio-topo) che scorrazza per il Nord-Est percorrendo controsenso le autostrade, che provoca un incidente mortale e l’unica traccia del mezzo si ha grazie alle telecamere di un distributore di benzina che hanno immortalato i tre occupanti del mezzo (autori anche di alcune rapine) mentre fanno tranquillamente il pieno alla pompa di carburante.
Sintetizzando: dopo diversi giorni di scorribanda, l’autovettura (rubata all’aeroporto di Milano) è stata trovata bruciata e dei suoi occupanti nessuna traccia. Se quelli fossero stati terroristi anziché comuni delinquenti, non osiamo immaginare quali drammatici accadimenti saremmo qui ora costretti a commentare. Ed intanto si viene a sapere che, per fronteggiare la fuga di quell’Audi, le nostre forze di Polizia hanno schierato in pista le loro “competitive” Stilo e Bravo: come ripararsi dalle bombe con gli ombrelli.
Nel frattempo un pizzaiolo romano - Luca Campanile, 44 anni - se ne passeggiava con un fucile (rivelatosi poi un giocattolo destinato come regalo al proprio bimbo) alla stazione di Roma-Termini proveniente dalla limitrofa stazione della metropolitana. Scattato l’allarme e scatenatosi il panico tra gli astanti, è iniziata la caccia all’uomo mentre il pizzaiolo se ne saliva tranquillo con il suo fucile sul treno per Anagni, laddove lo attendeva il figliolo. Ma se quell’uomo fosse stato davvero un terrorista? Se quell’arma avesse funzionato davvero? Viene da chiedersi: dove sono i sistemi di sicurezza nel metrò capitolino? Come sono organizzati gli organi di controllo della più importante stazione ferroviaria della Capitale? Come mai è così facile accedere “armati” ai binari di quello scalo ferroviario e salire anche su un treno?
Si commette forse un peccato se nutriamo dei dubbi sulle “rassicuranti” affermazioni del duo di cui all’inizio di questo breve scritto?
di Gianluca Perricone