martedì 26 gennaio 2016
Le novità elettorali del 2016 sono concentrate nelle questioni del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. Il primo, infatti, paga sempre di più lo sfaldamento dei consensi dovuto alle incapacità e agli errori di Renzi ed il secondo, lo sbaglio di voler apparire a tutti i costi infallibile e diverso dal resto del mondo. La diversità a prescindere è un errore antico dei movimenti e dei partiti filo sinistrorsi, che da sempre hanno cercato di farsi credere “migliori” in tutto e per tutto, salvo poi riflettersi con una realtà (quella sì diversa), che testimoniava l’esatto contrario.
I grillini, infatti, se per un verso hanno rappresentato e rappresentano un modo nuovo e più pulito di fare politica, per l’altro pagano la sciocchezza di affidarsi ciecamente alle scelte della rete, dentro la quale si pesca di tutto e dietro la quale manovra Casaleggio che, con ogni rispetto, non è e non può essere il salvatore della Patria. Ecco perché in questo Movimento iniziano ad appalesarsi scricchiolii, opacità, gelosie e limiti di esperienza e selezione della classe dirigente. In questo quadro, diciamo “nuovo”, l’unico che può avvantaggiarsene, posto che voglia e sappia farlo, è il centrodestra, che essendo già bello che sfaldato di suo, può solamente iniziare a riunirsi e, finalmente, ricomporsi in un fronte coeso e politicamente alternativo. Non bisogna dimenticare, infatti, che gran parte dell’astensionismo crescente, che in questi anni ha caratterizzato le tornate elettorali, è di provenienza per così dire forzista.
Per questo la potenzialità di recupero di quei consensi, che hanno scelto l’inutile rifugio astensionista, è soprattutto indirizzata a favore del centrodestra e alla capacità di Salvini, Meloni e Berlusconi di proporsi con chiarezza all’elettorato. Dunque, i tre dovrebbero subito rompere gli indugi e cogliere l’occasione per presentare agli italiani un programma unico di Governo, qualora, alle prossime politiche del 2018 (ammesso che ci si arrivi), tornassero a vincere. Gli italiani, infatti, devono sapere adesso quale sarà il manifesto di Governo del centrodestra unito, lo devono sapere adesso perché la scelta che dovranno compiere sui sindaci sarà inevitabilmente legata anche a questo. Ecco perché non c’è tempo da perdere, in politica del resto giocare d’anticipo è spesso determinante, serve una proposta alternativa sia a Renzi che a Grillo e serve presto.
La gente vuole sapere con certezza cosa si farà sul fisco, su Equitalia e le sue cartelle, sui flussi migratori incontrollati, sulla Legge Fornero, sulla giustizia ingiusta, sulla facilità di accesso al credito, sulla posizione italiana rispetto a tutto l’impianto UE. Per orientarsi, scegliere e tornare al voto, a partire dalle prossime amministrative, il popolo del centrodestra ha infatti bisogno di sapere quello che tutti insieme, Salvini, Meloni e Berlusconi hanno deciso di fare univocamente e convintamente. Non è vero che la scelta dei sindaci sarà un fatto diverso perché territoriale, la scelta dei primi cittadini, al contrario, sarà molto, ma molto condizionata dall’eventuale programma di Governo per le future elezioni politiche. Insomma, tra i due litiganti, Renzi e Grillo, il terzo può godere, capirlo o non capirlo, questa volta farà certamente la differenza.
di Elide Rossi e Alfredo Mosca