venerdì 15 gennaio 2016
Caro direttore,
leggo abbastanza annoiato la lettera della presidentessa del Partito Radicale Laura Arconti, contenente i noti mantra rievocativi dei bei tempi che furono, in risposta al mio articolo uscito giorni fa su “Il Tempo”. Il titolo non era sbagliato: Pannella ha espresso dubbi sul referendum consultivo appoggiato da Riccardo Magi a proposito della fattibilità delle Olimpiadi a Roma nel 2024. Inoltre, basta risentirsi i numerosi litigi che hanno caratterizzato la vita politica della galassia radicale per rendersi conto che qualcosa bolle in pentola dal lato dello scontento. Se uno fosse cattivo potrebbe scrivere che “l’insuccesso dà alla testa”. Cosa che anche chi scrive sperimenta quotidianamente su se stesso.
Non c’entra invece nulla la mia polemica con il figlio di Ottaviano Del Turco che, sul Tg5, ispirandosi ad un altro mio articolo, su un dossier di Deborah Cianfanelli sulla Legge Pinto e la giustizia civile (che era stato in effetti reso noto da sei mesi ma bellamente ignorato da quasi tutti) non ha ritenuto di dover citare la testata e l’autore che per puro caso quel giorno avevano deciso di ovviare a questa mancanza della stampa italiana. Laura Arconti è una militante radicale che spesso si indigna, e me lo fa sapere, per le mie provocazioni su Facebook e per il fatto che condivido i post di donne discinte e talvolta scrivo parolacce. Si vede che odia anche scrittori come Charles Bukowski, si parva licet, e che si prende troppo sul serio. Forse appartiene a quella schiera di suorine radicali poco meno moraliste di quelle cattoliche. Fatti suoi. Io invece sono fatto così, non sono un ipocrita, scrivo e dico quello che penso e non cerco l’approvazione di nessuno.
@buffadimitri
di Dimitri Buffa