giovedì 14 gennaio 2016
Come si può ben capire, né noi né altri (Salvini e Meloni compresi), siamo o siamo stati mai fascisti, razzisti o xenofobi; ma semplicemente il buon senso e il laico sentimento di amor patrio ci hanno permesso di prevedere che da Mare Nostrum in poi tutto sarebbe peggiorato, che l’ipocrisia avrebbe trasformato l’immigrazione in invasione, pericolo, rabbia e paura. Puntualmente tutto è sfuggito di mano e sempre puntualmente il problema è diventato un allarme sociale e di sicurezza.
Inoltre, in questo momento di crisi profonda, l’aver trascurato i drammi e le difficoltà degli italiani a vantaggio di una politica miope di accoglienza incontrollata e costosa, ha scatenato un corto circuito definitivo fra istituzioni e cittadini. Nelle città, nelle periferie e nei piccoli centri - da Nord a Sud - la gente è furibonda, impaurita e indignata per le scorribande, le occupazioni e i comportamenti delinquenziali di un’enorme massa di sconosciuti che ad integrarsi non ci pensano proprio. Non ci pensano proprio perché sanno bene che in Italia la giustizia funziona poco, che il buonismo peloso tende a coprirli e inoltre conoscono la nostra incapacità ad espellerli e le tutele improbabili che li proteggono.
Insomma, sanno che da noi la democrazia è più un teatrino che una formula nobile e determinata, sanno che il garantismo funziona solo per i diritti ma non per i doveri. Per questo arrivano a decine di migliaia, in molti casi vengono addirittura prelevati dalle nostre navi militari che paghiamo per salvarli e portarli a casa nostra, dove poi fanno ciò che è vietato ed illegale. Protestano per la mediocrità del cibo, per la mancanza di alcuni confort di alloggio, per la necessità di un’identificazione che rifiutano e per la permanenza in centri di accoglienza che ritengono troppo segreganti. Insomma, siamo arrivati al più assurdo dei testi kafkiani nel quale si pretende che siano gli italiani a doversi integrare ai loro modi e alle loro abitudini e non il contrario. Per questo spadroneggiano, si appropriano e occupano spazi, locali o zone periferiche a piacimento. Noi, nella quasi totalità dei casi, non sappiamo chi siano né da dove realmente provengano, né siamo in grado di gestirli obbligandoli, per tale motivo, al rispetto delle nostre leggi e delle nostre regole.
In buona sostanza grazie agli ultimi tre governi viviamo nel caos immigranti, nel pericolo che possano far parte del terrorismo, nella certezza che in tantissimi finiscano nell’aumentare il tasso di criminalità più o meno spicciola, insomma, siamo in una vergogna senza limiti. Eppure dovrebbe essere “Dura lex sed lex”, così come, parlando di chiesa, bisognerebbe ricordare ai prelati che persino Adamo ed Eva, dopo un solo peccato, furono scacciati senza pietà. Occorre che la democrazia mostri la sua determinatezza, che i magistrati smettano di fare politica, che la libertà e la sicurezza degli italiani vengano difese con la forza del diritto e delle istituzioni, senza sconti e senza debolezze, altro che fascismo e razzismo.
Gli italiani hanno mille ragioni di stanchezza e di sfiducia, sono esasperati dalla rigidità con la quale sono perseguitati su tutto, mentre osservano il lassismo verso l’immigrazione. È necessario cambiare registro, recuperando e applicando in toto i dettati costituzionali tanto sbandierati a vanvera, altrimenti il disagio e la protesta tuoneranno a partire dalle prossime elezioni amministrative. Speriamo che in tantissimi vadano a votare per mandare a casa chi sul piano sociale, economico, fiscale e territoriale ha portato il Paese a questo sfascio che, oltretutto, si cerca di negare e di nascondere come fosse la favoletta di Cenerentola.
di Elide Rossi e Alfredo Mosca