venerdì 8 gennaio 2016
Sono consapevole di poter essere accusato di un “reato infamante”: quello di essere un nostalgico della Prima Repubblica. Però se da una parte hai una inconcludente sinistra contro tutto, dall’altra hai un Premier non eletto che ingloba tutto il possibile nel proprio emisfero. E poi ancora hai un (ex?) comico che butta fuori dal proprio movimento chi non la pensa come lui e, nell’area moderata, il Cavaliere che non si decide a passare la mano nonostante le percentuali (e la veneranda età), Verdini che si mette in proprio così come Fitto, Salvini e la Meloni che si sentono statisti ad un passo da Churchill (pace all’anima sua!).
Ecco, di fronte a questa sintesi dello status quo dell’attuale quadro politico nostrano, si sente (e la sensazione è confermata anche dagli interventi pubblicati in diversi social network) la necessità di un ritorno sulla scena di una forza politica socialista e riformista in grado di raccogliere nuovamente intorno ad un simbolo - che riporti la memoria al garofano rosso socialista - tutte le forze, le energie, le menti e le proposte politico-programmatiche. Quelle stesse che, nel corso degli ultimi anni, si sono supinamente assecondate alle indicazioni del leader di turno, a destra come a sinistra, pur di ottenere un minimo di visibilità, non tanto politica quanto meramente personale: l’autonomia (ideologica e politica) è davvero un’altra cosa.
Eppure la sensazione (sarà pur sbagliata, ma non credo) è che questo Paese senta la nostalgia della presenza di una forza politica riformista in grado di far rinascere realmente quell’orgoglio non ‘di facciata’ tipico del socialismo italiano.
di Gianluca Perricone