Eutanasia e dignità

martedì 29 dicembre 2015


Fidatevi, lasciatevelo dire da chi il dramma lo ha vissuto nel passato e lo sta vivendo oggi: quello della dolce morte (o eutanasia se più vi piace) è un tema che non può essere più nascosto per far piacere ad un potere temporale che, ogni giorno che passa, dimostra sempre di più di non rispettare la laicità del nostro Paese. È stata necessaria (come al solito!) la battaglia radicale per aiutare la storica militante Dominique Velati ad intraprendere l'ultimo viaggio verso la terra elvetica dove le è stata somministrata la dose letale: un suicidio assistito per dire stop a inutili terapie, inutili sofferenze, inutili trascinamenti di una vita che non è più degna di tale nome.

Perchè, quando il male entra nel tuo corpo e lentamente te lo corrode in modo irreparabile, non ha senso far finta che le cure possano risolvere la situazione: in certi casi, quelle cure altro non fanno che prolungare per un po' di tempo la "non vita" dell'ammalato, ma lo fa tra le sofferenze dello stesso in primo luogo e di chi lo circonda poi.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha dimostrato ancora una volta (spiace dirlo) di non aver capito di cosa si stesse parlando di fronte alla vicenda della Velati: "Bisognerebbe aiutare queste persone - ha sostenuto il ministro - a vivere e a trovare anche nella malattia dignità e speranza". Cara ministra, spesso certe patologie sono senza speranza per il malato e certi palliativi terapeutici ne distruggono la dignità. I radicali non sono "monatti" e non "speculano sulla morte" come lei ha sostenuto: i radicali, cara (immeritatamente) titolare del dicastero della Salute, hanno con clamore riportato all'attenzione dell'ipocrita e bigotto mondo politico (e non solo) su un problema la cui soluzione non può più essere procrastinata nel tempo pur di non recare un dispiacere al potere ecclesiastico.

Soprattutto perché, nel frattempo, le sofferenze dei malati terminali continuano implacabili, checchè ne dica la Lorenzin la quale, invece, dovrebbe darsi da fare e ritrovare, nei meandri del Palazzo, la proposta di iniziativa polare sul tema depositata proprio dai radicali nel 2013.


di Gianluca Perricone