Fiaba: il risparmiatore intrappolato nel bosco

martedì 22 dicembre 2015


C’era una volta un coraggioso guerriero, travestito da taglialegna. Con la sua ascia laser abbatteva tronchi nei boschi, un po’ per costruirsi uno chalet in montagna dove rifugiarsi durante i ciclonI, un po’ per farne legna da ardere. Boschi al rogo, come le streghe. Finirono nelle fiamme montagne di ciocchi, secolari, appena spuntati, non faceva differenza. Uccideva alla nascita i “Pinocchi”. Il “woodcutter” faceva il suo mestiere, e lo faceva bene, togliendo tutto quello che a lui sembrava ingombrante, che ostruiva il suo sentiero per poter passeggiare con serenità lungo il suo cammino. E per scaldarsi e assaporare la giustizia della vita, alimentò così il suo camino, al quale la sua fidanzata, buona e giusta, aveva appeso calze e reggicalze, reggiseni e sexy dildo. Giusto qualche giusta e giustificata distrazione d’amore, continuò la sua missione con l’elmo abbassato e l’ascia alzata: il taglialegna non ebbe pietà. Zac zac zac, via rami e ramificazioni, privando agli uccellacci di posare le zampette artigliose e di addormentarsi indisturbati nella pace dei loro nidi costruiti con fuscelli rubati qua a là, covando uova marce e generando distorti esseri ibridi che sgusciavano sbattendo le ali: due ali, una a destra e una a sinistra, divise e ben distinte, ma che facevano parte dello stesso animale.

Un giorno arrivò la bella addormentata che bella sveglia piantò le sue radici. Salì su un ramo, in alto, molto in alto, e costruì, mattone dopo mattoncino, una camera talmente grande che sembrava un castello. Presto si scoprì che era di carta, una carta costosa ma fragile. E il castello venne soffiato via dal vento bugiardo nascosto dietro false spoglie. Lei si spogliò ma non abbastanza, facendo credere che fosse per difendere la famiglia. Il papà aveva costruito tante casette, anche quella moderna dei tre porcelloni e del lupo perfido che, dopo tanti finti litigi inscenati per intrattenere ingenui creduloni, avevano fatto pace diventando soci in affari, con lo zampino di Pollicino Opponibile e di Jack, quello della pianta di fagioli, invidiata dal regime. Tutti insieme aprirono una fonderia di acciaio, forte e solida, con fornaci roventi sempre in attività. Guai a chi ci cadeva dentro.

Ma venne Natale. E lo stregone, che non stava mai con le mani in mano, preparò una pozione magica, con l’aiuto del suo fedele assistente, il gufetto dallo sguardo fulminante. Alla faccia delle guerre stellari, dei Jedi e delle forze droide, fulminò le lampadine di tutto il paese delle mere Voglie e mummificò la banda stonata di parlatori e mentitori, soprannominata “Parlamyento”.

Dopo giorni di fatiche, settimane di lotte, mesi di sacrifici, anni di rabbia, secoli di sopportazioni, umiliazioni, vergogne, batoste e bastonate, la casalinga sexy, diventata ormai moglie del taglialegna, non ne poté più! Prese il suo mattarello e spaccò l’inferno di cristallo della palla con all’interno la neve di polistirolo che in tanti, in troppi, avevano agitato fin troppo. La speranza di vedere i sogni realizzati era all’orizzonte.

L’Ultimissima Ultim’ora del mondo era arrivata anche per la combriccola comodamente seduta al bar a sorseggiare la “hoha-hola”. E dall’oltretomba dell’oceano venne a liberarci Raperonzolo dalla sua torre newyorkese. Liberati dall’americano biondo con i capelli al vento e il potere dietro il paravento! Accompagnato da una colonna sonora in stile Sinatra, “The Lady is a Trump”, sorrise a tutti gli italiani infelici e scontenti che però scelsero di continuare a sopravvivere. Andarono al voto. Chi con la paletta, chi con l’estrazione del sassolino, chi con “Anghingò”, scelsero i nuovi rappresentanti, tutti morti viventi. Morale della favola: non russate quando dormite, non fate alcun rumore, non create alcun disturbo, perché il sogno potrebbe interrompersi e la vita potrebbe cambiare, in meglio, molto meglio, il meglio del meglio. Ma per carità: l’italiano si appassiona sulla via crucis, dissero gli angeli. “A Cesare quel che è di Cesare” e a ognuno quel che si merita, esclamò indignata la dea bendata. Un pezzo di carbone e una scopa, d’altronde, non verranno negati a nessuno, sussurrò Santa Klaus nell’orecchio dei re magi. E il taglialegna si fece il segno della croce.


di Cappuccetto Rossofuoco