giovedì 17 dicembre 2015
In occasione del 670esimo anniversario dall’entrata in vigore della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, la Lidu Onlus ha celebrato la “Giornata dei Diritti Umani” con la XII edizione del Premio dedicato alla memoria di Paolo Ungari, già presidente della stessa, organizzata con il patrocinio della Camera dei deputati, del Senato della Repubblica e del Comune di Roma Capitale. L’evento, che ha avuto luogo presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati, ha visto la sentita partecipazione del senatore Luigi Compagna; del professore di Diritto costituzionale, Tommaso Edoardo Frosini; di Gerardo Bianco, presidente dell'Associazione Nazionale degli Interessi del Mezzogiorno d'Italia (Animi) e di Christopher Hein, portavoce e consigliere strategico del Consiglio Italiano Rifugiati (Cir).
La conferenza è stata inaugurata dalla lettura del messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella il quale, dopo aver sottolineato il lavoro svolto dalla Lidu in Italia e nel mondo, ha posto l’accento sull’importanza della difesa dei diritti umani quale frontiera decisiva per i popoli e per l’umanità intera, soprattutto di fronte alle crescenti potenzialità della tecnica, alle dinamiche aperte dalla globalizzazione e alle minacce dei fondamentalismi, le quali rappresentano delle sfide da affrontare con i valori migliori radicati nella nostra Storia.
Il Premio quest’anno è stato conferito al senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica, “per l’impegno profuso nel corso della sua intera esistenza ai fini dell’attuazione dei diritti fondamentali della persona umana”, come affermato con fermezza dal presidente della Lidu, Alfredo Arpaia. Un riconoscimento al senatore Manconi che suona come un incoraggiamento alle stesse istituzioni affinché proseguano ogni impegno per l’affermazione dei fondamentali principi costituzionali. In particolare, Arpaia ha ricordato l’attività istituzionale svolta da Manconi a favore delle persone private della libertà personale, cui si lega l’impegno del presidente della Commissione straordinaria dei diritti a favore dell’approvazione di un disegno di legge relativo all’introduzione del reato di tortura.
Emblematico il titolo della conferenza, “I Diritti umani tra violenza e razzismo”, che trae ispirazione dai fenomeni di intolleranza che si stanno verificando verso i migranti e le minoranze etniche; i quali, come ha ammonito il Presidente Arpaia, vanno contenuti entro i limiti massimi imposti dai provvedimenti necessari per arginare gli episodi di violenza che si stanno verificando; altrimenti il rischio concreto è di negare completamente quel “diritto dell’uomo ad avere diritti”, affermato dal Presidente del Senato, Pietro Grasso, nel suo messaggio di auguri per la buona riuscita dell’evento.
Come sottolineato da Gerardo Bianco, l’incontro promosso dalla Lidu costringe a riflettere sulle discriminazioni e gli episodi di razzismo avvengono oggi anche in società fortemente radicate nella loro tradizione liberal democratica. Di qui la necessità di valorizzare principi quali all’uguaglianza, alla dignità umana e alla libertà, definite dal professor Frosini nel suo intervento quali “un trittico che sconfigge qualsiasi intenzione discriminatoria, poiché permette a ciascun individuo di avere una capacità di scelta affrontare i momenti della propria vita, senza che ciò sia suscettibile di subire forme di differenziazione ingiustificate”.
Punto di raccordo di tutti gli interventi è stato il significativo discorso di Luigi Manconi, incentrato interamente sui diritti umani, definiti dallo stesso presidente quali beni “deperibili” e “scarsi” in relazione alla moltitudine di bisogni e di protezione che solo il riconoscimento di tali diritti e l’effettiva implementazione è in grado di assicurare. Egli, in particolare, ha evidenziato come i diritti umani, non costituiscono la soluzione a tutte le questioni, ma rappresentano oggi la principale posta in gioco sulla quale si misura la forza in campo e su cui procedere, essendo consapevoli che lo sviluppo umano, lungi dall’essere armonioso e lineare, è fatica e dolore che richiede un impegno effettivo e quotidiano.
Dalla conferenza del 10 dicembre è arrivato chiaro il monito a non considerare i diritti umani delle conquiste ormai acquisite ed irreversibili, impegnandosi, ciascuno nel proprio quotidiano, per l’effettiva protezione di tali principi fondamentali che sono alla base della nostra civiltà e della dignità propria di ogni essere umano. Del resto, si tratta di diritti di cui tutti sono in grado di comprendere il significato intrinseco, essendo scritti con una chiarezza tale da renderli universali. Ed è proprio su questa universalità dei diritti umani che dobbiamo basare la nostra convivenza civile, quale unico comune denominatore in grado di unire le civiltà, altrimenti quei muri che dal 1989 in poi tutti consideravano erroneamente ormai definitivamente abbattuti in Europa, continueranno a moltiplicarsi a fronte di un numero di rifugiati mai visto dalla fine della seconda guerra mondiale, in quella che Hein ha definito “un’epidemia di fili spinati”, e tutti i discorsi pronunciati saranno una vuota retorica, da combattere in tutti i modi al pari del razzismo e dell’intolleranza.
di Ilaria Nespoli