venerdì 11 dicembre 2015
La vera donna dell’anno, a me pare evidente, è Marine Le Pen, non Angela Merkel “premiata” dal Time per i fallimenti dell’Europa illiberale tedesca.
La Merkel ha fatto sprofondare l’Unione europea nell’Europa tedesca e, con essa, nella crisi economica e nell’inanità ed incapacità a fare in qualche modo fronte all’emergenza migranti. Premiarla dopo i disastri la dice lunga su chi è al Time, cioè qualcuno che non capisce se non con molto ritardo. Il Time ha scritto pure che ha premiato la Merkel per avere “promosso un’Europa aperta e senza confini”. Forse si tratta di humour all’inglese perché, di fatto, è saltata tutta l’area Schengen che l’Unione europea un tempo si era data. Per non parlare del resto. La realtà è che i burocrati tedeschi hanno fatto capitolare l’Europa tedesca, troneggiando la stessa Merkel. In Italia Merkel ha ordito un vero e proprio golpe con l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per cacciare Silvio Berlusconi dal governo eletto e mettervi Mario Monti, poi Letta e Renzi non eletti; in Grecia Merkel ha strozzato un intero Stato che i tedeschi tuttora comprano a prezzi di saldo, a liquidazione totale avvenuta.
Più che all’unità ed all’esportazione della democrazia e dei valori fondamentali liberali occidentali, la Merkel ha perseguito e fatto gli interessi della Germania. Ad esempio gli aiuti girati alla Grecia sono serviti innanzitutto ad appianare i debiti contratti con le banche tedesche e le riforme cosiddette dell’“austerità” sono state imposte a svantaggio e detrimento dei Paesi come il nostro, peraltro da Monti e da tutto il parlamento italiano immediatamente siglate, mentre nei Trattati europei niente di tutto ciò era scritto né voluto o previsto. Nei Trattati si parla tuttora di crescita e benessere progressivi comuni europei, mentre Merkel è avvinghiata a Regolamenti e atti che non hanno, così come non hanno mai avuto, alcun valore generale di Trattati.
Più che l’assenza totale di visione politica della Merkel, l’Europa tedesca si regge oggi sulla immissione di liquidità fatta con il bazooka, cioè potentemente e corposamente, dall’attuale presidente della Bce, Mario Draghi. Con l’invasione dei 1 migranti Merkel ha raggiunto il massimo di incapacità. Ha giocato al gioco/disastro politico dell’“apri e chiudi” le frontiere. Al culmine dell’invasione incontrollata, mentre cioè l'Unione europea implodeva questa estate 2015 sotto i milioni di immigrati, la Merkel ha deciso per sé, da sola, di aprire le porte della Germania ai “profughi” siriani, o meglio ai richiedenti asilo con passaporto siriano, lasciando così agli altri Paesi, tra cui l’Italia, le migliaia di immigrati che non avranno mai diritto allo status di rifugiati.
Oggi l'Europa stessa tedesca è attonita di fronte ai muri che tutti i Paesi europei ad Est hanno eretto, ha scoperto che i passaporti siriani sono contrabbandati al mercato nero e che nell’orda migratoria si nascondono jihadisti terroristi islamici che vogliono massacrare materialmente l’Occidente. Nel commando islamico che il 13 novembre 2015 ha colpito Parigi erano provenienti da lì.
Oggi che il Time sostiene di avere nominato la Merkel persona dell'anno 2015 per “avere chiesto più di quanto la maggior parte dei politici del suo Paese avrebbe osato” e “per l’essere rimasta ferma contro la tirannia e le convenienze e per aver dato prova di una leadership morale risoluta in un mondo dove essa scarseggia”, oltre a prendere atto dell’astrusità e dell’essere fuori dalla realtà di chi lavora al Time, bisogna chiedersi con una certa celerità quale Europa diversa e nuova vogliamo costruire, e se lo si vuole; e quale Europa possiamo avere a fronte dei drammi e dei disastri a cui Merkel e l’Europa tedesca hanno esposto l'intera Unione, Italia inclusa. Più che la “cancelliera” dell’occidente libero, la Merkel è stata la “carceriera” del nostro mondo per il quale toccherà lavorare molto alla ricostruzione, ove la si intenda volere. Si tratta di costruire politicamente con l’Unione europea gli Stati Uniti d’Europa, facendo perno e centro sui soli Trattati vigenti europei.
di Francesca Romana Fantetti